Fotografia: Terra Nera – Identità e territorio vesuviano di Pino Miraglia

Dal 19 al 23 dicembre presso Auditorium Scuola Prisco di Boscotrecase nell'ambito del cartellone della XIV Edizione del DiVino Jazz Festival

La storia della agricoltura e dell’artigianato vesuviano affonda le sue radici in epoche lontanissime, così come antichissimi sono gli insediamenti umani alle pendici del monte Somma e del Vesuvio.

Una storia segnata dalla presenza affascinante e “viva” del Vesuvio, il vulcano, che ha visto un gran passaggio di popoli nonostante la sua forza distruttrice: qui l’uomo è sempre ritornato per ricostruire e ricoltivare attratto dalla straordinaria fertilità dei luoghi legata propria all’attività eruttiva del vulcano.

Terra rigogliosa e ricca, celebrata dagli antichi in numerose opere. Il territorio Vesuviano: un ecosistema delicato, benefico per l’uomo e rispettato nel suo naturale evolversi. Un processo di antropizzazione che ha sempre dato i suoi “frutti” e che ha contribuito in modo positivo all’evoluzione antropologica dei suoi abitanti.

Ma nel secolo scorso, e fino a qualche decennio fa, un incontrollato processo di urbanizzazione fatto di discariche di rifiuti, supportato da un altrettanto selvaggio abusivismo edilizio e giustificato da una serie di irresponsabili azioni politiche hanno compromesso seriamente l’equilibrio dell’ecosistema vesuviano.

Eppure, con l’azione concreta del Parco Nazionale del Vesuvio e di rinnovata presa di coscienza da parte dei suoi abitanti, si sta recentemente assistendo ad una piccola rinascita nel rispetto della natura e dell’ambiente in generale. Piccole aziende agricole, piccole unità produttive composte anche da giovani e giovanissimi stanno innescando una filiera produttiva di prodotti e attività biologici ed ecosostenibili.

Si sta recuperando un processo produttivo se non proprio antico, ma rispettoso e che cerca di recuperare un armonia tra uomo e territorio che il grande processo di industrializzazione aveva del tutto debellato. Questo lavoro fotografico va ad indagare visivamente queste realtà.

Iniziato nel 2012 e ancora work in progress, è strutturato in due sezioni: 1) l’identità e quindi i ritratti contestualizzati, rigorosamente real e a colori della “gente” del Vesuvio, persone che vivono, producono e che incidono culturalmente nel territorio, una sorta di schedatura di volti e memoria di un’identità che va scomparendo ma che ancora può insegnare tanto alle nuove generazioni; 2) una seconda sezione è composta da immagini in bianco e nero, uno studio visivo sulla forma, zoommate sulla materia viva e i risultati dell’operosità dell’artigianato vesuviano.

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