“Stop al razzismo e alla violenza negli stadi, quello che è accaduto mercoledì sera a Milano deve essere l’ultimo capitolo”. Il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, è tra i promotori dell’iniziativa lanciata sui social per
esprimere solidarietà al calciatore senegalese del Napoli.
“Non si può non essere d’accordo con la mamma di Ciro Esposito, la sicurezza e la civiltà negli stadi sono argomenti rimasti fuori dall’agenda politica. Mercoledì sera a San Siro si è visto di tutto: guerriglia fuori lo stadio, mezzi in fuga da gruppi di ultras armati di catene, un morto e un crescendo di cori razzisti all’interno dello stadio. In un paese dove il ministro dell’Interno familiarizza con capi ultras pregiudicati, tutto sembra lecito e accettabile.
Da parte degli esponenti del governo non ho visto alcuna presa di posizione seria in seguito ai fatti del Meazza”. Intanto si moltiplicano le iniziative contro il razzismo a Napoli. Sorbillo oltre a lavorare dipinto di nero per solidarietà al giocatore del Napoli ha affisso un cartello per vietare ai razzisti di entrare nelle sue pizzerie, il Gambrinus ha invece realizzato un caffè contro il razzismo creato da Michele Sergio.
“L’unica presa di posizione apprezzabile – prosegue Borrelli – è stata quella del sindaco di Milano, che si è fatto portavoce della maggior parte della comunità meneghina. A parte le frasi di circostanza e le solite
promesse di summit non mi è parso che Salvini abbia dato una vera chiave di lettura a quanto è accaduto. A parte gli episodi legati alla sicurezza, non ha proferito parola sui cori razzisti contro Koulibaly e non si è degnato di farci sapere come intende contrastare il fenomeno.
Forse qualcuno dovrebbe fargli presente che la decisione di interrompere le partite è deputata all’arbitro e ai questori, che fanno capo proprio a lui. In un clima del genere, dove il razzismo è dilagante, una circolare del ministero che imponga lo stop alle partite in caso di cori discriminatori sarebbe un atto doveroso. Ma siamo certi che Salvini non si attiverà. Riportare civiltà e decoro negli stadi non fa parte del suo programma. Una parte dei suoi sostenitori prospera proprio in quell’humus di inumanità e maleducazione”.
“Abbiamo deciso di lanciare l’hashtag #Siamotuttikoulibaly per dare un segnale contro la vergogna del Boxing Day a San Siro. Quello che si è sentito dagli spalti è indegno per un paese civile. All’iniziativa hanno già aderito eccellenze dell’imprenditoria napoletana come Sorbillo e i titolari del Gambrinus e il conduttore radiofonico Gianni Simioli.
Purtroppo nell’Italia di oggi, imbevuta di razzismo da una certa politica, episodi del genere stanno diventando una triste abitudine. Dai cori contro i napoletani alla discriminazione razziale, c’è un crescendo di ignoranza e atteggiamenti beceri che sfociano sempre nella violenza”, conclude Borrelli.