esprimere solidarietà al calciatore senegalese del Napoli.
“Non si può non essere d’accordo con la mamma di Ciro Esposito, la sicurezza e la civiltà negli stadi sono argomenti rimasti fuori dall’agenda politica. Mercoledì sera a San Siro si è visto di tutto: guerriglia fuori lo stadio, mezzi in fuga da gruppi di ultras armati di catene, un morto e un crescendo di cori razzisti all’interno dello stadio. In un paese dove il ministro dell’Interno familiarizza con capi ultras pregiudicati, tutto sembra lecito e accettabile.
“L’unica presa di posizione apprezzabile – prosegue Borrelli – è stata quella del sindaco di Milano, che si è fatto portavoce della maggior parte della comunità meneghina. A parte le frasi di circostanza e le solite
promesse di summit non mi è parso che Salvini abbia dato una vera chiave di lettura a quanto è accaduto. A parte gli episodi legati alla sicurezza, non ha proferito parola sui cori razzisti contro Koulibaly e non si è degnato di farci sapere come intende contrastare il fenomeno.
Forse qualcuno dovrebbe fargli presente che la decisione di interrompere le partite è deputata all’arbitro e ai questori, che fanno capo proprio a lui. In un clima del genere, dove il razzismo è dilagante, una circolare del ministero che imponga lo stop alle partite in caso di cori discriminatori sarebbe un atto doveroso. Ma siamo certi che Salvini non si attiverà. Riportare civiltà e decoro negli stadi non fa parte del suo programma. Una parte dei suoi sostenitori prospera proprio in quell’humus di inumanità e maleducazione”.
“Abbiamo deciso di lanciare l’hashtag #Siamotuttikoulibaly per dare un segnale contro la vergogna del Boxing Day a San Siro. Quello che si è sentito dagli spalti è indegno per un paese civile. All’iniziativa hanno già aderito eccellenze dell’imprenditoria napoletana come Sorbillo e i titolari del Gambrinus e il conduttore radiofonico Gianni Simioli.
Purtroppo nell’Italia di oggi, imbevuta di razzismo da una certa politica, episodi del genere stanno diventando una triste abitudine. Dai cori contro i napoletani alla discriminazione razziale, c’è un crescendo di ignoranza e atteggiamenti beceri che sfociano sempre nella violenza”, conclude Borrelli.