Il 2019 è cominciato e la situazione nel Mar Mediterraneo rimane caotica. Quarantanove persone, soccorse da due navi umanitarie, sono ancora in attesa di attraccare in un porto. Un girovagare drammatico che fa tornare in primo piano la irrisolta questione della politica dell’accoglienza in Europa.

Le navi delle ONG tedesche Sea-Eye e Sea-Watch, la prima ha salvato 17 persone al largo della Libia e la seconda 32 persone tra cui tre bambini piccoli, tre adolescenti non accompagnati e quattro donne, continuano a non trovare ‘solidarietà’ e vedersi negato l’attracco.

Per ora né Malta, né l’Italia, né la Spagna hanno accettato di far entrare le imbarcazioni nei loro porti. Nessun altro paese si è fatto avanti per accoglierle. Eppure il tempo rende drammatica la situazione: nelle prossime ore le condizioni meteo peggioreranno ed anche a bordo va

deteriorandosi la capacità di resistenza per la mancanza di viveri. Anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha lanciato il suo grido d’allarme.

Dopo l’arrivo al potere dei partiti ‘populisti’ in numerosi paesi europei (Italia, Ungheria, Austria) la politica migratoria del nostro continente si è fortemente schiacciata sulla chiusura dei porti e delle frontiere piuttosto che aprirsi all’accoglienza dei migranti.

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