Mi avevano detto: “contiene poesie, tante poesie”. E’ vero. Però, non credo, che sia “solo” un libro. Certo, contiene versi che si rincorrono, ammaliano, creano armonie, suggestioni, atmosfere, passioni. E’ un gradevole libro che si lascia leggere.
Dentro c’è il teatro napoletano. Ci sono anche gli slanci, i valori e l’unicità di ciò che riteniamo la meglio “napoletanità”. A pensarci, in fondo, la poesia, il teatro e l’unicità sono proprio le tre facce di un pezzo nobile e antico di umanità che ribolle ogni giorno; riscoprendo, rinnovando e vivendo della sua stratificata cultura identitaria.
Questo è Salvatore Palomba, di Torre del Greco. La sua persona è un prezioso “libro” nel quale si leggono i “mille colori” e le “mille emozioni” di un popolo sempre in cammino sulle strade della prossimità, della condivisione e dell’accoglienza. In lui ritrovi tutto il meglio che pensi dei napoletani. Lo sanno i suoi colleghi di fabbrica e le tante persone che incontra ogni giorno nelle molteplici attività sociali e culturali che anima. Se lo conoscesse il ministro leghista Matteo Salvini cambierebbe la sua idea di Napoli e dei napoletani! Perché Salvatore è un bel “libro” che ti accompagna in una gradevole esperienza di umanità. Proprio come il suo primo libro nel quale promette (e mantiene): “Vi condurrò per mano in un viaggio immaginario fra l’essere e l’apparire, fra quello che si è…e quello che non si può dire”. E’ certamente di stringente attualità.
Antonio Irlando