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Regionalismo differenziato. Intellettuali napoletani: no a ‘secessione dei ricchi’

Di seguito l’appello integrale di una cinquantina di intellettuali napoletani che con le loro firme dichiarano e reclamano un No a quella che è considerata “una secessione dei ricchi”. L’iniziativa sceglie come slogan “Sud fatti sentire!” e “Non voltatevi dall’altra parte”.

Se passerà l’intesa tra le regioni del Nord e il governo, saremo posti di fronte a quella che è stata, a giusta ragione, definita la “secessione dei ricchi”. Dalla sanità alla scuola, all’università, al welfare, ai servizi al cittadino, nascere e vivere al Sud significherà avere meno diritti

sostanziali, economici e sociali, in confronto dei residenti nelle regioni ricche del Paese. Il 15 febbraio, se passerà nel Consiglio dei ministri – al di fuori di un dibattito parlamentare aperto e di un confronto reale nel Paese – l’accordo sul regionalismo differenziato tra il Presidente Conte e i Presidenti di alcune regioni, si produrrà di fatto un cambiamento dell’architettura costituzionale del Paese.

Sarà messo a norma, in modo definitivo, il divario tra Nord e Sud, e risulterà violato il dettato costituzionale che tutela l’eguaglianza di tutti i cittadini italiani. Si sta insomma preparando un’attuazione incostituzionale della previsione costituzionale del regionalismo, che da fattore di coesione nazionale si muterebbe in fattore di disgregazione del Paese. Con effetti normativi che non sarebbero più modificabili a costituzione vigente.

Perciò richiamiamo alla massima attenzione tutti gli italiani, che hanno a cuore la sostanziale integrità dell’Italia unita. In particolare esortiamo i Sindaci meridionali a una mobilitazione democratica chiara e forte contro un processo politico-amministrativo che colpirebbe a fondo le loro comunità. Invitiamo i giornali del Sud a un flash mob comunicativo in vista del 15 febbraio, titolando a tutta pagina, in uno stesso giorno, “NON VOLTATEVI DALL’ALTRA PARTE”, come appello rivolto a tutti i parlamentari del Sud, perché non fingano di non vedere quel che rischia di accadere alle comunità da cui sono stati eletti.

 

Eugenio Mazzarella, Gianfranco Viesti, Aldo Masullo, Biagio De Giovanni, Franco Casavola, Giuseppe Tesauro, Mario Rusciano, Alberto Lucarelli, Massimo Villone, Giovanni Verde, Luigi Labruna, Lorenzo Chieffi, Andrea Patroni Griffi, Maurizio De Giovanni, Giuliano Laccetti, Raimondo Pasquino, Adriano Giannola, Massimo Lo Cicero, Massimo Galluppi, Piero Craveri, Riccardo Realfonzo, Paola De Vivo, Isaia Sales, Lucio Romano, Luigi Mascilli Migliorini, Tomaso Montanari, Emma Giammattei, Adolfo Scotto Di Luzio, Giovanni De Simone, Roberto Di Lauro, Benedetto De Vivo, Maurizio Bifulco, Lida Viganoni, Vittoria Fiorelli, Massimo Adinolfi, Guido Donatone, Gennaro Matino, Giuseppe Ferulano, Vezio De Lucia, Pasquale Belfiore, Enrica Amaturo, Luigi Fusco Girard, Carlo Pedone, Ernesto Paolozzi, , Franco Fiorentino, Francesco Forzati, Sergio Marotta.

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