Trasformare un angolo di paradiso con vincoli paesaggistici in una cittadella di cemento? Nel comune di Sant’Agnello, in penisola sorrentina , si può, con l’imponente intervento edilizio denominato social housing. Ad appena trecento metri dal centro, sta sorgendo, su una vasta superficie, un agglomerato di palazzine, parcheggi ed altro che ha cambiato fisionomia al luogo dove sorgeva un antico e caratteristico muro con giardino sorrentino.

Un’enorme gru a torre con braccio, per grandi opere, da due anni è diventata parte del paesaggio tra  costanti emissioni foniche che hanno stordito chi vive nelle vicinanze del cantiere: il prolungato ronzìo di fondo, ora si abbina a concomitanti lavori di ristrutturazione in palazzi vicini, “incappucciati” da tendaggi.

Qui, da generazioni, i residenti  erano immersi in un fiabesco e silenzioso “polmone verde” tra profumati agrumeti. Poi la drastica diminuzione di suolo agricolo con annullamento del panorama per far posto a migliaia di metri cubi di cemento, tra occasionali nubi di polvere e urla di operai. I lavori hanno comportato, per circa dieci mesi, la chiusura del campetto adiacente, privando i bambini dell’abituale luogo di ritrovo per giocare. Ed in particolare eliminato il tabellone comunale per affissioni numero 29. Da allora, soprattutto gli anziani del posto, spesso poco tecnologici, non hanno più il “loro” tabellone di zona dove s’informavano mediante i tradizionali manifesti.

Riguardo all’Housing, chi si è documentato meglio ha scoperto cose incredibili. Ecco, telegraficamente, alcuni aspetti eclatanti. Dopo l’approvazione del piano urbanistico attuativo di edilizia, sabato 19 settembre 2015 un giornale locale riporta entusiastiche dichiarazioni di una consigliera regionale, che tra l’altro evidenzia: “sono convinta che la proposta progettuale, già pubblicata in settimana sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania, cambierà la vita a giovani coppie, anziani e famiglie a basso reddito residenti nel comune costiero” (ma il sito web della Regione non mostra la pagina sulle linee guida in materia di edilizia residenziale sociale). L’articolo principale esalta l’intervento edilizio che per il sindaco di Sant’Agnello (poi riconfermato alla guida della cittadina) “rappresenta una risposta concreta al bisogno di case per tante famiglie a basso reddito, per le giovani coppie e gli anziani”; addirittura si invitano “nell’area interessata dal progetto la stampa, le associazioni ambientaliste e tutti i cittadini interessati. La visita sarà utile per verificare,sul campo, che le abitazioni saranno costruite dove oggi ci sono, in gran parte, rovi e sterpaglie”.

Ebbene, nel 2015, dall’esterno di via Gargiulo, questo tipico giardino sorrentino era in buone condizioni, salvo una piccola parte interna incolta, che però fu quella veicolata da alcuni per dare un’immagine degradata dell’area. Quasi fossimo nella steppa caucasica o in una malsana periferia metropolitana. I media locali spesso utilizzarono foto rendering dal verde virtuale, senza mai affacciarsi dalla collina di Casarlano dove è possibile osservare il cantiere dall’alto.

La Soprintendenza boccia il progetto iniziale da “settanta appartamenti” che poco dopo viene riformulato. Quello con 52 alloggi passa nella locale Conferenza dei servizi: nell’apposita sezione dell’albo pretorio online, non compare nulla. Le associazioni Italia Nostra e WWF Terre del Tirreno, nelle osservazioni inviate al Soprintendente delle Belle Arti e Paesaggio della Provincia, segnalano che l’intervento non è conforme al Piano Urbanistico Territoriale della costiera. Una dozzina di osservazioni erano state formulate anche dalla Giunta provinciale. Il comune chiede al proprio legale un parere. Quest’ultimo, il 15 febbraio 2015, asserisce che seppure l’intervento di housing sociale dovesse ritenersi possibile per legge, sarebbe  opportuno attendere gli esiti del procedimento pendente innanzi alla Corte Costituzionale relativo all’accertamento di costituzionalità della legge regionale 15 del 2000, quella sul recupero dei sottotetti.

Invece non si attende il parere dell’importante organo di controllo sulla legittimità di quella deroga che consentiva l’edificazione. Il tecnico comunale il 15 aprile 2015 relaziona che il legale si era espresso favorevolmente all’intervento, ritenendo “che con l’introduzione del comma 4 all’articolo 12-bis della legge regionale n. 19/2009 [il cosiddetto piano casa] era stato formalmente superato il problema della mancata previsione, nella suddetta legge, di una deroga espressa al P.U.T. (…)”. Una deroga che qui appare “ormai chiara”. E la giunta comunale di Sant’Agnello delibera conformemente la proposta del tecnico. Ma nel frattempo, la Corte Costituzionale, con sentenza numero 11 del 2016, dichiara illegittima quella deroga della legislazione urbanistica regionale al Piano Urbanistico Territoriale della costiera. Significa che lì, quel tipo di edifici non possono essere realizzati. Ma l’iter è in corso ed il tecnico comunale rilascia il 23 febbraio 2016 l’autorizzazione paesaggistica e il 13 dicembre 2016 il permesso a costruire. Sulla questione era intervenuta anche la giustizia amministrativa: in particolare, la sentenza TAR Campania 3318/2015 sancisce che la legge regionale n. 19 del 2009 non può derogare ai vincoli del PUT.

Le ruspe abbattono le alberature del fondo negli stessi giorni in cui viene inaugurato, a cento passi, un giardino ricreato sul cemento dei parcheggi. Clamorose le proteste: uno striscione davanti al cantiere dell’Housing recita ”la casa è un diritto sul quale non si può né illudere né speculare”; polemiche sulla gestione dell’urbanistica a Sant’Agnello vengono veicolate in diverse occasioni con megafoni, sirene e cartelli. Noti quotidiani riferiscono di denunce ed indagini della Procura su una presunta “parentopoli”. Per giorni, un consigliere comunale in corsa per un alloggio diventa il capro espiatorio; nell’area di cantiere, si notano assessori locali. Imbarazzo tra chi deve denunciare alle forze dell’ordine del territorio, per convenzione destinatari  del dieci per cento degli alloggi!

Un’inchiesta, intitolata “un’elefantiaca speculazione”, compare su un blog: ipotizza che l’edilizia convenzionata sia stata una scusa per acquisire i permessi dagli enti sovracomunali  e soprattutto evidenzia che chi ambiva ad un appartamento di circa 65 metri quadri deve rinunciarvi perché i costi sono proibitivi, di circa 330mila euro. L’avviso pubblico del Comune era stato chiaro. Destinatati degli alloggi erano sei categorie di soggetti “poveri” (nuclei familiari e giovani coppie a basso reddito; anziani in condizioni socio-economiche svantaggiate; studenti fuori sede; sfrattati per finita locazione; divorziati, separati, single). I requisiti di bancabilità richiesti dal costruttore risultano però insostenibili per i veri indigenti ed anche per famiglie medie, tanto è vero che molti sorteggiati rinunciano poi all’acquisto. Nella primavera del 2018, sul programma elettorale della lista del sindaco, “Sant’Agnello prima di tutto”, si legge che il Comune avrà la disponibilità di appena il 10% di alloggi da destinare a favore delle famiglie svantaggiate.

Il blog d’inchiesta talepiano.it si occupa costantemente del caso, anche con una rubrica a puntate dal titolo: “Quell’Housing non chiamatelo sociale”. In estrema sintesi: esiste un triangolo dell’housing sociale con due vertici arcinoti (comune e progettista) ma impresa esecutrice meno nota, su cui indaga. Ed ancora, le somme sarebbero state desunte da un intervento simile a Parma, dove però il reddito medio dei cittadini è quasi il doppio rispetto a quelli di Sant’Agnello. Pertanto le famiglie locali svantaggiate, rivolgendosi al libero mercato, risparmierebbero. Il costo lievita perché non si considera la superficie netta, bensì quella convenzionale. Riportando anche esternazioni social di sindaco e costruttore, talepiano.it poi denuncia la strana evoluzione della previsione di vani del vecchio piano di zona. Dimostra, carte alla mano, che “quell’Housing non è conforme al PUT ed al PRG” e lascia supporre che alcuni documenti abbiano subìto modifiche o aggiunte successive da una manina: “quella che da decenni si aggira in Regione. Quella che ha operato per i box interrati, per il recupero dei sottotetti, che voleva modificare il PUT. La manina degli interessi “.

Intanto in via Gargiulo, al posto dei profumati agrumeti sorgono una serie di “scatoloni grigi” e per i residenti la qualità della vita continua a peggiorare. Le betoniere molto cariche talvolta perdono materiale nella salita di via dei Gerani; il 29 ottobre scorso, i passanti, con carichi sospesi sopra le loro teste, guardano con preoccupazione l’enorme gru oscillare per il forte vento e i pannelli di plastica che delimitano l’area di cantiere vanno in frantumi. Dalle immagini sul sito della società costruttrice, sembra che invece si stia realizzando l’Eden di Sant’Agnello.

La vicenda approda in consiglio comunale a fine novembre 2018 con un’interrogazione di tre nuovi consiglieri di minoranza perché si teme la realizzazione di un ulteriore piano. Relaziona il neo assessore all’urbanistica, non il tecnico comunale. Inutile cercare la relativa delibera nell’albo pretorio online: manca, complice il cambio della guardia alla segreteria comunale. Nelle scorse settimane, infine, un’interrogazione parlamentare chiede chiarezza sull’intervento: il progetto è conforme al Piano Urbanistico Territoriale della costiera? Sulla scorta di alcuni orientamenti giurisprudenziali, la legge 19/2000 non potrebbe andare in deroga ai vincoli stabiliti dal Piano urbanistico territoriale della costiera. E pensare che il 12 dicembre 2005, nell’affollata conferenza “Sant’Agnello quale futuro”, tra le opere pubbliche previste era stato presentato ai cittadini un più modesto fabbricato destinato all’edilizia economica e popolare: doveva sorgere più a monte, in un’area interna  rispetto a quella attuale.

Nello Pollio

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