Pompei antica, quella degli scavi, quella riemersa metro dopo metro da coltri di cenere e lapilli, si può dire non viveva un’esplosione così dal 79 d.c. Oggi a far rivivere, almeno sensorialmente, quell’evento catastrofico ci ha pensato il genio artistico di Cai Guo-Qiang. L’artista ha scelto come luogo della sua performance – Explosion Studio – l’anfiteatro della città dei graffiti.

Al centro dell’arena ha  preparato con cura  strutture, sculture impacchettate, vasellame, vetri, ha posizionato lamiere, una barca, un grosso telo bianco e ha poi distribuito su tutto il materiale un’enorme quantità di polvere pirica, sapientemente collocata (grazie anche alla collaborazione di esperti fuochisti vesuviani) e utilizzata per  provocare un’esplosione, questa volta però colorata e innocua. Ma non priva di un effetto suggestivo ed emozionale.

Dopo il boato infatti dalla coltre fumosa, che alla mente riporta descrizioni pliniane, sono apparse figure di statue e oggetti anneriti,  cocci di anfore frantumate, il panno prima bianco ora pigmentato da colori pirotecnici, grossi pannelli ferrosi lavorati dal fuoco e dal fuoco trasformati in enormi ‘tableaux’ igneo-materici.

“Il mio è stato un tentativo di dialogo con il passato. Con quei gladiatori che combattevano in questo luogo, uno spazio intriso di sangue. Un incontro col passato, cercando di intercettare lo stato d’animo di quegli uomini che si preparavano a combattere rischiando di morire nella battaglia. E’ in questo rapporto che rintraccio delle affinità: il coraggio che ci voleva nel sopravvivere agli eventi crudeli del passato è simile al coraggio che ci vuole per assecondare la pericolosità del materiale esplosivo che adopero per la mia arte”.

 

 

Così dichiara Cai Guo-Qiang, ricordando che “l’atto creativo è composto da tre parti: l’esplosione, il successivo recupero-scavo dei materiali, l’esposizione finale. Un gesto che imita la consecutio eruzione-ritrovamento-rinascita, ma che si differenzia da questa per il semplice fatto che si tratta di un’opera d’arte”.

Parte delle opere prodotte nell’evento di oggi saranno esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli da domani, in un percorso espositivo che farà dialogare il materiale realizzato da Guo-Qiang con le collezioni permanenti del Mann creando un trait d’union fra la performance pompeiana ed il percorso creativo costruito al museo.

Enzo Iandolo

 

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano