Mentre negli Stati Uniti la Fca investe 4,5 miliardi, annunciando la costruzione di un nuovo stabilimento a Detroit e l’impegno ad ammodernarne altri cinque, in Italia la strategia industriale sembra prevedere piccoli e timidi passi.
Tra questi c’è la notizia di puntare sul sito di Pomigliano dove parte l’investimento per la produzione del nuovo modello C-suv Alfa Romeo e dove i turni settimanali di lavoro passeranno da 10 a 12 per le maggiori richieste del segmento Fiat Panda.
Diminuiranno di conseguenza anche le ore di cassa integrazione nei prossimi mesi, dal 35 al 28 per cento e sarà portata al 20% nel reparto montaggio.
Alla notizia seguono le dichiarazioni dei sindacati. Per Antonio Accurso (Uilm) questo è “un buon segnale ed un primo step di avvicinamento verso l’obiettivo prioritario per la fabbrica di ottenere al più presto una nuova missione produttiva”.
Una buona notizia anche per Ferdinando Uliano (Fim) che così commenta: “incominciano a realizzarsi i primi investimenti per l’Alfa Romeo, confidiamo che a breve vengano annunciati quelli più corposi che investiranno le future linee di montaggio. Gli investimenti partiranno a maggio e impegneranno la lastratura e soprattutto il reparto verniciatura dove è prevista la sostituzione degli attuali robot con altri tecnologicamente più avanzati per migliorare efficienza e capacità produttiva. Gli investimenti riguarderanno anche l’adeguamento agli standard più elevati di Alfa Romeo della pista di collaudo ”.
Intanto sempre sul fronte sindacale c’è da rilevare la rottura con la Fiom sul contratto. “La trattativa con Fca, Cnh Industrial e Ferrari si interrompe perché non ci sono le condizioni per proseguire la discussione a fronte di una indisponibilità dell’azienda a negoziare il sistema di relazioni sindacali a partire dal ruolo dei delegati. Restano distanze da colmare anche per ciò che concerne elementi specifici a partire dalla struttura del salario”, così Francesca Re David segretaria generale Fiom dopo l’incontro all’Unione Industriali di Torino.
Enzo Iandolo