Uccisa in casa a Melito una 33enne. Si è costituito il marito assassino

L'uomo dopo aver chiesto alla donna di poter parlare in un'altra stanza ha esploso tre colpi di pistola contro l'ex moglie

Quando i Carabinieri, allertati dai vicini che avevano udito alcuni colpi di arma da fuoco, sono giunti sul posto hanno trovato il caravere di una donna di 33. Il tutto, l’ennesimo femminicidio per motivi passionali, è accaduto questa mattina verso le 12,00 a Melito di Napoli. La vittima è Norina Matuozzo, 33 anni, uccisa dall’ex marito.

Norina Matuozzo

L’uomo Salvatore Tamburrino, 40 anni, affiliato a un clan di Secondigliano e con precedenti penali e vicino al boss Marco di Lauro, dopo il feroce atto di sangue si è dato alla fuga per evitare il linciaggio da parte dei parenti della giovane donna. Nella palazzina al quinto piano, al civico 49, in un complesso di edilizia popolare della zona di via papa Giovanni non lontano dal centro storico della cittadina a nord di Napoli, dove la donna viveva con i genitori dopo la separazione, Salvatore vi si era recato per togliersi la vita davanti all’ex partner.

Poi dopo aver chiesto alla donna di poter parlare in un’altra stanza, la lite, il raptus e l’esplosione dei tre colpi di pistola contro l’ex moglie. La coppia aveva due figli: una ragazzina di 14 anni ed un maschio di 7.

Subito dopo l’uomo ha chiamato il suo avvocato, Domenico Smarrazzo, facendo presente la volontà di costituirsi per l’omicidio e così si è presentato con il legale negli uffici della Squadra mobile della questura di Napoli.

Al momento gli investigatori stanno sentendo l’uomo per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e verificando la versione da lui data.

La follia di Tamburrino ha portato in serata alla cattura del boss Marco Di Lauro. Quando si è sparsa la voce dell’omicidio gli uomini del boss di Secondigliano sono entrati in fibrillazione. L’omicida viveva vicino al covo dove si nascondeva Di Lauro e gli uomini del boss si sono passati la voce per proteggere uno dei latitanti più ricercati d’Italia. Intercettati nei loro contatti telefonici hanno portato le Forze dell’Ordine fino al nascondiglio di Di Lauro.

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