Maria De Paola, diretto da Agostino Pannone.
Presentato da Un Altro Teatro, l’allestimento è un testo teatrale, per un attore monologante, ma difficilmente ascrivibile a puro monologo. Come recita il titolo si tratta di una conferenza, ma, di fatto, non lo è.
La conferenza diviene spunto della drammaturgia, giacchè il protagonista si presenta al pubblico, ma solo alla fine svela il suo unico interlocutore, per parlare del rapporto tra la poesia e la pioggia, anche se ha perso i fogli con gli appunti e tenta di parlare ugualmente del tema, improvvisando su quel che ricorda.
L’uomo ha smarrito le sue carte, e il nervosismo gli fa pronunciare cose impensabili. Il soggetto del discorso è il rapporto tra la pioggia e la poesia d’amore.
Nella vertigine dell’improvvisazione, il protagonista parla di sé, ma non abbandona mai il suo scopo originale. In modo affascinante si mescolano così due forme di discorso: conferenza e confessione.
avremmo voluto perdere. In quel punto, in quel momento nasce lo spettacolo. In tutti i sensi, nasce la mia idea, la mia esigenza, la mia storia, e nasce la necessità di un copione, del teatro”.
Una conferenza sulla pioggia, in realtà, è una riflessione profonda e spesso ironica sulla vita dei libri e sulle emozioni che sono in grado di suscitare. Una libreria è una raccolta d’amore, ripudio, sospetti e nostalgia, sia per quanto restituiscono i volumi, sia per il modo in cui vengono letti.
Il personaggio è un bibliotecario, grande lettore di libri, che dai libri ha acquisito la vocazione all’immaginazione. Senza confini di spazio e di tempo, mutua le frasi e gli spunti più suggestivi e immaginifici, con digressioni sul tema della conferenza, ma, ancor più, sul racconto di se stesso e, in particolare, di una sua storia d’amore.
Il risultato, sorprendente ed emozionante, è un grande atto di devozione e riconoscenza verso l’oggetto del suo lavoro: i libri.
Con Gregorio Maria De Paola; scene Carmine De Mizio; luci Gianni Caccia; costumi Gianpaolo Zambrano; grafica Raffaele Di Martino; foto di scena Claudia Scuro; regia Agostino Pannone.