Sigilli al centro sociale ex Canapificio di Caserta

L'immobile posto sotto sequestro ospitava l’associazione che gestisce lo Sprar

E’ stato posto sotto sequestro il centro sociale Ex Canapificio. I carabinieri del nucleo investigativo, su ordine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere hanno sigillato il capannone che ospita l’associazione che gestisce lo Sprar (strutture di seconda

 

accoglienza), che dovrebbero rappresentare i luoghi dell’integrazione e dell’inserimento dei migranti.

L’azione di forza si è resa necessaria, a dire delle autorità, perché si sono riscontrate infiltrazioni d’acqua che metterebbero a rischio la struttura. Il capannone è di proprietà della Regione Campania e da tempo era aperto un tavolo tecnico per la messa in sicurezza dello stabile. Da un pò, quindi, erano conosciute le disfunzioni dell’immobile. All’interno dello spazio, oltre allo Sprar, era stato predisposto un servizio di sportello per il sostegno al reddito, per presentare le domande per il Rei ed il reddito di cittadinanza e  anche una scuola di italiano per migranti.

Per gli attivisti e gli operatori dello spazio sociale di Caserta non ci sono dubbi: “dopo Riace ed il Baobab di Roma è toccato a noi. L’Ex Canapificio, punto

di riferimento delle lotte antirazziste, è stato sequestrato e messo sotto attacco dal ministro dell’interno Salvini. Ma il centro sociale siamo tutte e tutti noi e non basta un sigillo per fermare la comunità viva antirazzista, resistente e solidale che siamo e che sentiamo attorno a noi da tutta Italia e da tutto il mondo”.

Su queste considerazioni si basa la chiamata per giovedì 14 marzo dalle ore 10,00  ad un presidio ad oltranza in Piazza della Prefettura e per sabato 14 marzo ad una grande manifestazione nazionale.

Enzo Iandolo

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