Ramallah, Pechino, Guantanamo, Damasco, sono alcuni dei siti emblema di barbarie coi quali, per segnalare l’importanza dei diritti umani, si è “gemellata” la Festa per la liberazione del merlo maschio, che quest’anno celebra la XXIV edizione (Saviano, Palazzo Allocca, 23 marzo 2019, dalle ore 18 in poi, ingresso libero). Ideata dall’editore Antonio Sgambati e dall’artista Felix Policastro, l’evento, frequentatissimo da poeti, artisti, performer, barboni e cani randagi provenienti da varie nazioni, quest’anno reca omaggio a tre curdi, importanti e tenaci testimoni della dignità umana: Zehra Dogan, Fuad Aziz, Anna Aziz, il cui articolo “sono zoppa senza parole” accompagna l’installazione di Enrico Grieco “dove osano le farfalle”.
Fuad Aziz, nato nel Kurdistan iracheno, spazia dalla scultura (anche di carta), alla poesia, pittura, libri per bambini. Sua è l’affiche della festa diquest’anno. Vive a Firenze, città ideale per un uomo pluriverso e rinascimentale come lui. Anna, figlia di Fuad, è particolamente attiva, anche con strumenti telematici e riviste di genere, nel documentare le problematiche mondiali delle donne, soprattutto oggi che aumentano i
femminicidi e che anche l’Occidente sembra aver intrapreso politiche di retroguardia.
Il nome della festa trae spunto dal fatto che il merlo, il volatile più narrato dai poeti, se in gabbia canta. I convenuti, intercettato nelle campagne nolane un merlo prigioniero, si radunano seguendo il suo fischio e, alle 20, lo liberano. Per l’occasione viene prodotto come ogni anno dalla casa di libri d’arte e d’artista “IL LABORATORIO/le edizioni” un cofanetto in vendita a un prezzo da merli e contenente quattro libri con testi poetici e incisioni o serigrafie. Quest’anno gli abbinamenti sono Nidaa Khoury – Antonio Poce, Alberto Veca – Vincenzo Del Vecchio, Sasà di Natale – Matteo Penza, Tommaso Di Francesco-Aniello Scotto.