Il 26 marzo i Salesiani di Torre Annunziata ricordano Matilde Sorrentino

Assassinata sull'uscio di casa alla "Mamma coraggio" intitolati il Centro Polivalente del rione Penniniello e la Comunità Alloggio per minori ai Salesiani

Matilde Sorrentino assassinata il 26 marzo 2004 a Torre Annunziata sull’uscio di casa. Una mamma di Torre Annunziata! Uccisa dai proiettili esplosi da un killer, Alfredo Gallo, poi arrestato e punito con l’ergastolo. In questi mesi, dopo 15 anni è a processo Francesco Tamarisco ritenuto il presunto mandante.

E’ irreprensibile e risoluta Matilde, che insieme ad altre mamme nel 1997, denuncia gli aguzzini che abusarono dei figlioletti. Mamma Matilde è testimone chiave di un processo che si conclude con la condanna, fino a quindici anni di reclusione, di diciannove bruti che violentano bambini in un garage incatenandoli a un pannello. Sono proprio quattro piccoli a raccontare e riconoscere i pedofili.

Ai due peggiori aguzzini la scarcerazione per decorrenza dei termini costa la vita: la camorra li sopprime per dimostrare che la sua giustizia è più efficiente di quella dello Stato. Matilde invece la camorra l’ammazza per vendetta, con l’effetto collaterale però di renderla un simbolo, “Mamma coraggio”, alla quale vengono intitolati il Centro Polivalente del rione Penniniello e la Comunità Alloggio per minori ai Salesiani.

I figli, Salvatore e Giuseppe, oggi hanno 29 e 32 anni. Dal 2004 al 2013 sono stati inseriti nel programma di protezione per i testimoni di giustizia, costretti a vivere in luoghi segreti, sempre diversi, accompagnati da psicologi: forse peggio che stare in carcere. Sono ancora segnati dalla tragedia, dalla confusione, dalla partenza immediata dalla casa, dagli amici, dalle partite di pallone nel cortile, dalla voce della mamma che li chiama dal balcone: il loro mondo sparisce in poche ore. Ora sono abbandonati quasi da tutti. Fortunatamente Giuseppe ha moglie e due figlie. Salvatore è ancora provato.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano