E’ trascorso un mese dall’approvazione, da parte del governo, del Piano nazionale per la sicurezza del territorio, il così detto ‘Proteggi Italia’, che stanzia 11 miliardi di euro per il triennio 2019-2021 per regioni e comuni. Ai progetti già pronti per essere cantierati quest’anno andranno 3 miliardi di euro. Anche per la Campania i fondi ci sono: riguardano in modo specifico pure la bonifica del Fiume Sarno e dei Regi Lagni. Per tali progetti ci saranno procedure attuative volte ad evitare che vengano fermati dalla valutazione dell’Autorità di bacino perché ritenuti non prioritari rispetto ad altri interventi da eseguire a monte.
A coordinare il tutto ci sarà una cabina di regia che dal ministero dell’ambiente darà supporto e controllo ai lavori predisposti da enti e regioni aiutandoli a superare le difficoltà progettuali. In più ogni regione avrà a disposizione una squadra di tecnici, NOS (nucleo operativo di supporto), che sosterrà il commissario di governo e sarà la cinghia di trasmissione tra ministero e governatori locali.
Per il disinquinamento del Fiume Sarno si delinea, quindi, una opportunità da non trascurare. Infatti dopo le tante campagne messe in piedi in questi anni da cittadini riuniti in comitati e da interpellanze rivolte ai
politici di turno per risolvere la questione dello stato delle acque del fiume tra i più inquinati d’Europa, qualcosa si muove. Ed è proprio in virtù delle spinte dal basso che il ministro Costa ha dato un’accelerazione, avviando un’attività ricognitiva finalizzata alla redazione di un Master Plan per il bacino del fiume. Questa attività è cominciata due mesi fa quando con una nota (n°433 del 19/01/2019) si chiedeva ai comuni interessati di compilare un questionario utile a reperire informazioni relative ai dati socio-economici-amministrativi, piani urbanistici, insediamenti produttivi e altri dati tecnici territoriali per comporre un quadro complessivo dello stato dei luoghi.
Se questo è lo scenario di fondo, l’attualità ci fornisce due notizie, una buona e l’altra meno. La prima, positiva, è che il ministro Costa ha convocato i sindaci del bacino del fiume Sarno a Roma per valutare il lavoro svolto dagli enti in merito alle richieste dei dati per comporre il quadro definitivo del ‘piano guida’ utile al riassetto territoriale in questione. L’altra, quella meno buona, viene direttamente dalle sollecitazioni che il comitato ‘Gente del Sarno’ rivolge al comune di Torre Annunziata per non essersi mostrato collaborativo nel fornire le informazioni richieste.
In una missiva datata 25 marzo 2019, indirizzata al sindaco Ascione, il comitato così motiva: ”considerato che il comune di Torre Annunziata (unitamente alla città di Castellammare di Stabia) subisce il maggior danno a causa del mancato disinquinamento del Fiume Sarno ed in particolare i quartieri di Rovigliano, Deriver e Salera ne hanno un impatto ambientale disastroso anche per le possibili conseguenze di una ‘seconda foce del Fiume Sarno’ mai definitivamente cancellata dalle progettazioni regionali; poiché ci risulta che il comune non abbia fornito ancora nessun dato all’Autorità di Bacino nonostante i due mesi trascorsi dalla richiesta; chiediamo di provvedere urgentemente a fornire i dati all’Autorità di Bacino rispettando così lo spirito di collaborazione istituzionale che dovrebbe contraddistinguere gli enti preposti alla nostra salvaguardia e alla sicurezza sanitaria e ambientale”.
Enzo Iandolo