Una sessantina di volontari facenti capo alle associazioni vesuviane , da Primaurora a Zero Waste Italy, dalle Mamme Vulcaniche a Lets do IT , gli scaut del CNGEI di Trecase e il Comitato Cittadino di Boscotrecase ed
altri hanno deciso di dedicare la giornata primaverile a rimuovere la monnezza lungo la pedemontana del Vesuvio che costegga l’area demaniale del Parco e da sempre oggetto di sversamenti di rifiuti dalle auto in corsa.
Tantissimi rifiuti e in alcuni tratti vere e proprie micro-discariche che i volontari armati rastrelli, pale e guanti hanno raccolto differenziando dove possibile e restituendo un lungo tratto dei tre chilometri di strada ad un decoro degno di un ingresso ad un Parco nazionale.
Nel solo tratto di Boscotrecase sono stati raccolti circa 74 bustoni che il Comune provvederà a smaltire quanto prima. Analoga situazione dal lato di Trecase.
Un immenso immondezzaio che l’inciviltà dei cittadini e l’incuria delle istituzioni preposte consegna alle frotte di turisti che attraversano la Panoramica per accedere all’area del Parco nazionale del
Vesuvio, ai numerosi ristoranti del vulcano e alle Aziende vinicole disseminate lungo il percorso.
Un’azione di clean up questa per denunciare forte che là dove occorre, la cittadinanza attiva è pronta a dare una mano, ma serve un impegno strutturale e costante delle istituzioni comunale e sovracomunali per debellare il malcostume di abbandono indiscriminato di rifiuti che lungo i sentieri del Parco assume caratteristiche di vero pericolo per la biodiversità arricchendosi di inerti edili, rifiuti speciali e tanto amianto.
Un ‘azione a cui ne seguiranno altre in aree più interne al Parco, insieme a nuove iniziative che coinvolgeranno le scuole dei Comuni del Parco per sensibilizzare e denunciare, anche in sede europea, lo stato in cui versa il Parco nazionale più famoso del mondo che è anche il più sporco d’Europa.
E domenica prossima, 7 aprile, altra iniziativa di clean up sulla spiaggia di Rovigliano alla foce del Sarno per denunciare ancora più forte il degrado dell’area e l’inquinamento del Golfo ad opera del fiume Sarno tra i più inquinati.
“Tra Vesuvio e mare, in quest’angolo di paradiso terrestre, l’incuria dell’uomo è riuscito, negli ultimi trent’anni, a mettere a rischio l’intero territorio e la peropria salute, consegnado alle nuove generazioni un ambiente di un
degrado unico che ora, con grande sforzo, l’amore di pochi cittadini responsabili prova a recuperare”, commentano gli attivisti di Zero Waste/Rifiuti Zero Campania