Questo Governo Cinque Stelle – Lega ha proprio tutte le caratteristiche della “sceneggiata napoletana”. Un genere di rappresentazione che “alterna il canto con la recitazione e il melologo drammatico”. “Il melologo” non è altro che l’unione della musica con il parlato. E se ci fate caso i nostri governanti attuali attingono a piene mani in questo genere di spettacolo. Diciamo così, sono proprio portati.
Recitano con una estrema naturalezza. C’è anche da dire che la sceneggiata nacque per questioni non certamente nobili, ma per opportunismo. Dopo la disfatta di Caporetto il Governo italiano aveva bisogno di soldi, tanti soldi. E, allora, provò a tassare tutto il tassabile possibile. Appesantì i tributi sugli spettacoli di varietà con la scusa che erano frivoli e degradati. Ma gli italiani tutti – Nord e Sud uniti nell’impresa – sono maestri nell’aggirare il fisco. E così, per motivi tributari, nacque uno spettacolo “misto”, non tassabile.
Torniamo al “melologo” di Salvini e Di Maio. Su questo campo sono proprio bravi. Riescono con i loro argomenti, ovviamente quando gli conviene, a musicare le loro promesse, a farle pervasive. Con l’aggiunta, ovviamente, dei toni drammatici contro tutti gli oppositori possibili, letteralmente inceneriti dalle fiamme insite nei loro discorsi. E mica è da tutti!
Altro elemento comune alla gloriosa rappresentazione napoletana è l’aggiramento delle “tasse”. Che c’entra il fisco in questa faccenda politica? C’entra, c’entra! Pensate se non ci fosse stato l’abbraccio governativo tra il Giggino napoletano ed il Matteo padano quali gabelle i due avrebbero dovuto pagare. Luigino avrebbe dovuto sparare ad alzo zero su Matteo che avrebbe dovuto rispondere con maggiore intensità di fuoco. Insomma, una guerra guerreggiata senza esclusione di colpi che avrebbe portato i due al reciproco annientamento. Con l’accordo di governo gestiscono il “potere”, continuando a litigare.
Ha ragione il mitico Giulio Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”. Ma, nel caso dei due vice-presidenti del consiglio, vale anche l’altra massima: “A pensar male del prossimo si fa peccato, ma si indovina”. Che poi non era del Divo Giulio ma del Vicario di Roma dell’epoca, Marchetti Selvaggini, che proprio come sacerdote di “prossimo” se ne intendeva. E proprio tenendo a mente ogni giorno il detto andreottiano i due vice presidenti non perdono occasione di “pensar male” dell’operato reciproco. Sulla Tav uno dice una cosa e l’altro l’incontrario. Poi ci sono le dichiarazioni ah hoc che “sporcano” il pensiero del rivale. Insomma, una guerra ad oltranza mitigata dal “contratto di governo” che poi è la colla che tiene tutto. Ma fino a quando?
Certo, fino alle elezioni europee non dovrebbe succedere niente che modifichi l’attuale assetto. Dopo tutto è possibile. Salvini sa bene che incasserà un bel po’ di consensi che sono il frutto delle sue scelte pubblicitarie. Se non avesse fatto il politico di professione avrebbe avuto davanti una bella e florida carriera da pubblicitario. Il fiuto ce l’ha e a forza di cambiare felpe e di utilizzare fatti e situazioni a proprio favore si è fatto un’esperienza eccezionale. Ma si può vivere solo di pubblicità? Secondo Francesco Boccia del Pd proprio no. “L’altro giorno – afferma l’esponente del Pd – un medico gastroenterologo molto bravo, mentre parlavamo di politica, mi ricordava che, a furia di sottoporre a pressioni la pancia, questa fa aria prima o poi. Quindi, tutto si risolverà contro di loro con una grande scorreggia. E’ una reazione inevitabile. Più si sollecita la pancia, più la pancia fa aria”.
Per il momento la pancia resta in ebollizione con tutte le conseguenze immaginabili. Si aspettano le elezioni europee come la cartina di tornasole per ipotizzare il futuro del Governo. Se, com’è prevedibile, la Lega salviniana farà “Bingo” e i 5Stelle realizzeranno un brutto tonfo, cosa accadrà? Al di là delle sceneggiate napoletane e il melologo conseguente poco o niente. Sarebbe da pazzi dopo il botto elettorale dei grillini se questi ipotizzassero le elezioni anticipate. C’è chi spera in un governo di Centro-Destra, ma i numeri non ci sono proprio e non sono prevedibili. Insomma, per non farla lunga, pare proprio che ci dobbiamo accontentare ancora per molto del duo Salvini-Di Maio. L’imprevedibilità che potrebbe cambiare tutto è una rivoluzione nei 5Stelle con la cacciata di Giggino. In quel caso ci potrebbe essere la “scoreggia” ipotizzata da Boccia.
Elia Fiorillo