Il governo ha sbloccato i fondi per gli ammortizzatori sociali destinati alle aree industriali in crisi. Parte di queste risorse saranno utili anche a mitigare le condizioni di depressione economica nell’area Torrese-Stabiese, dove il declino del settore produttivo negli ultimi anni ha provocato la perdita di centinaia di posti di lavoro. Intanto, aspettando che i soldi vengano trasferiti alle regioni, il M5s parla di svolta e la CGIL  chiede tempi rapidi per il trasferimento delle risorse.

“Ennesimo impegno mantenuto dal nostro Governo per evitare che 60mila lavoratori rimanessero senza alcun sostegno economico. Con la firma da parte del ministro Di Maio in calce al decreto che sblocca le risorse per gli ammortizzatori sociali di lavoratori di 18 aree di crisi complessa del nostro Paese, centinaia di famiglie in Campania potranno continuare a percepire un reddito. I fondi, pari a 117 milioni di euro, erano stati appostati dal Governo nell’ultima legge di Bilancio. Per la Campania, il finanziamento riguarda i Poli industriali di Acerra-Marcianise-Airola, Torre Annunziata-Castellammare e Battipaglia-Solofra, riconosciuti come aree di crisi industriale complessa rispetto alle quali la Regione Campania in questi anni non ha mosso un dito.

Il decreto interministeriale rappresenta, inoltre, l’ennesima risposta agli attacchi infondati degli ultimi giorni e la dimostrazione che la dignità dei lavoratori e delle famiglie italiane rappresenta una priorità di questo Governo”. E’ quanto annunciano i consiglieri regionali del M5s Valeria Ciarambino e Gennaro Saiello.

“Territori come la nostra regione pagano lo scotto di scelte politiche scellerate che hanno prodotto desertificazione industriale e fuga di grandi multinazionali. E’ necessario far ripartire la nostra economia e produrre nuovo lavoro. Con la formazione prevista dal Reddito di Cittadinanza, avremo professionalità adeguate alle esigenze delle aziende e la possibilità di attrarre nuovi investitori. Il doppio bonus alle imprese del Sud darà inoltre alle nostre aziende le risorse necessarie per garantirsi un organico all’altezza delle sfide del mercato. Queste sono vere misure di politica attiva per l’occupazione e di rilancio delle imprese, non certo come l’illusione del piano lavoro bluff di De Luca che produrrà soltanto un nuovo esercito di stagisti disillusi”, concludono i due esponenti politici regionale pentastellati.

La CGIL, in una nota, così commenta la firma del decreto da parte del ministro del Lavoro: “dopo oltre tre mesi di ritardo, una inadempienza politica e sociale inammissibile pagata da coloro che sono senza occupazione e senza un minimo di reddito, il Ministro Di Maio ha finalmente firmato il decreto che sblocca le risorse per circa 60mila lavoratori delle 18 aree di crisi complessa, a partire dalla Sardegna. Una conquista della Cgil e dei lavoratori, che come quelli dell’ex Alcoa del Sulcis, oggi – ieri per chi legge – in presidio davanti al ministero del Lavoro, si sono mobilitati. Ora il decreto, che sblocca i 117 milioni di euro destinati alle Regioni, passerà al ministero dell’Economia per la firma di Tria”.

“Dinanzi ad una situazione di gravissima emergenza economica e sociale che accomuna tutte le aree di crisi complessa, la delegazione, composta da lavoratori, delegati e dalla Cgil nazionale, presente questa mattina all’incontro ha chiesto – prosegue la nota – garanzie sul termine tempestivo dell’iter così da consentire alle Regioni e all’Inps di erogare al più presto gli ammortizzatori ai lavoratori diretti e indiretti coinvolti nelle chiusure aziendali”.

“Questa vicenda testimonia l’assoluta necessità di affrontare, dopo anni di latitanza della politica industriale, il futuro di queste aree, dove i processi di riconversione economica e di riqualificazione sociale sono fermi al palo. Il problema strutturale è creare nuovo lavoro e gli ammortizzatori devono essere da sostegno all’interno di un disegno di trasformazione economica in grado di rinnovare l’insieme del contesto produttivo e sociale. Per affrontare tale questione chiediamo al Governo l’apertura di un confronto serio e di merito”, conclude la Cgil.

Enzo Iandolo

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