Una serie di perquisizioni, svolte dai carabinieri di Caserta su delega della Dda di Napoli, sono in atto tra Napoli e Roma nell’ambito di un’inchiesta anticorruzione su appalti concessi da Rfi a ditte riconducibili, secondo gli inquirenti, a imprenditori legati al clan dei Casalesi. Una decina gli indagati per
ipotesi di reato in materia di corruzione e turbativa d’asta, aggravati dall’aver agevolato un clan camorristico.
Tra gli indagati dalla Procura di Napoli, per ordine dei pm Antonello Ardituro e Graziella Arlomedeci, ci sono Nicola e Vincenzo Schiavone. Le perquisizioni riguardano pure dipendenti Rfi tra cui tre alti dirigenti: Massimo Iorani (direzione acquisti Rfi); Paolo Grassi, dirigente di produzione che si occupa di appalti; Giuseppe Russo dirigente del Dipartimento Trasporti a Napoli.
Sono al momento una decina gli appalti finiti sotto il controllo della procura, la quale ritiene che siano stati assegnati a ditte intestate a prestanome di Nicola Schiavone.
In merito all’indagine Rete Ferroviaria Italiana ha diffuso una nota che dice: “in relazione alle notizie riportate oggi dai media circa le indagini della Procura della Repubblica di Napoli, Rete Ferroviaria Italiana garantisce la piena collaborazione per lo svolgimento dei necessari accertamenti da parte degli inquirenti e conferma la propria fiducia nell’autorità giudiziaria. In base agli sviluppi delle indagini Rfi valuterà eventuali azioni a propria tutela”.