Campania. Intimidazioni ai politici, un dossier

Napoli e Campania, primato. E’ il dato che emerge da “Amministratori sotto tiro”, il report redatto da Avviso Pubblico che, annualmente, analizza i casi di violenza a danno di esponenti della politica e amministratori pubblici

In continuità con il 2017 la Campania è risultata essere anche nel 2018 la regione in cui
sono state registrate il maggior numero di intimidazioni su scala nazionale, 93 casi
censiti, con un incremento del 8%

 

rispetto all’anno precedente. Se prendiamo inconsiderazione il 2016, l’aumento è addirittura del 45%. Napoli e Provincia: 156 intimidazioni in 4 anni. Di seguito il report redatto da  ‘Avviso Pubblico’, una rete di enti locali che concretamente si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

“Ad incidere sul dato è soprattutto la provincia di Napoli, prima per numero di
intimidazioni nel Paese con i suoi 47 casi censiti, la metà dell’intera regione, oltre l’8%
del totale nazionale. Il territorio non è nuovo a questi exploit negativi: fu la prima
provincia per intimidazioni censite dal Rapporto anche nel 2015 (46 casi) e nel 2017 (34).
Fanno 156 in totale negli ultimi quattro anni.

18 i Comuni colpiti nel 2018. A Napoli si segnalano i reiterati atti intimidatori e
aggressioni rivolte al consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, impegnato nel
contrasto ai parcheggiatori abusivi. Aggressione a bastonate subita da Ciro Guida,
consigliere della III municipalità. Anche Maurizio Molinaro, consigliere della X
Municipalità, è stato aggredito con una mazza da baseball mentre stava rincasando.

A Qualiano il Sindaco Ludovico De Luca è stato aggredito da un uomo, in presenza di
diversi testimoni, mentre nel corso della campagna per le Amministrative sono stati
esplosi sette colpi di pistola contro un’attività commerciale mentre nella vicina piazza
principale si stava svolgendo il comizio di chiusura della campagna elettorale di un
candidato alla carica di Sindaco. Ad Acerra sono stati minacciati alcuni funzionari
comunali, mediante sms e chiamate minatorie. A San Giorgio a Cremano il Sindaco
Giorgio Zinno ha ricevuto una lettera di insulti (“Gay di m… dimettiti o facciamo del
male a te e alla tua famiglia”) con due proiettili. A Castellamare di Stabia Andrea Di
Martino, candidato Sindaco con liste civiche alle elezioni amministrative del 2018, è stato
sentito dai pubblici ministeri a causa delle intimidazioni ricevute in campagna elettorale,
sulle quali sta indagando la DDA di Napoli.

Lunga scia di minacce a Sant’Antimo: due proiettili in una busta recapitate al responsabile del settore urbanistica del Comune, l’ingegnere Claudio Valentino; una bomba comandata a distanza è esplosa durante la notte all’esterno di un portone andato distrutto nel palazzo in cui vive la consigliera comunale Giusy Ferriero; sul finire dell’anno l’incendio dell’auto del consigliere comunale Francesco Di Lorenzo.

LE “DUE CAMORRE”
La provincia di Napoli – seconda per numero di Enti locali sciolti per mafia dal
1991 al 2018 (58, una media di due all’anno) – presenta una struttura criminale tanto
ramificata quanto

multiforme. Si contano oltre 70 associazioni criminali operanti sul territorio, equamente divise fra il Distretto di Napoli e il resto del territorio provinciale.
Secondo la Direzione Nazionale Antimafia “non esiste più, in quella che un tempo
veniva definita in modo omnicomprensivo “Camorra”, non solo, un collante culturale
comune, un armamentario di regole condivise, una convergenza sui (dis)valori fondanti,
ma neppure, in modo più prosaico, una comunanza d’interessi economici ed una
metodologia criminale condivisa. In questo magma fluido e mutevole, oggi, in Campania
ed in particolare nel Distretto di Napoli, vanno a delinearsi, due diverse tipologie di
associazioni di tipo mafioso che generano due tipi di criminalità organizzata di tipo
mafioso, non solo intrinsecamente diverse fra oro, ma opposte”.

Da una parte quella che i magistrati definiscono Camorra Propria, la quale “affonda le
sue radici nel passato e che, pure avendo (in parte) mutato pelle, non è niente altro che
l’evoluzione della vecchia camorra e più esattamente, volendo trovare un archetipo più
concreto, l’evoluzione dei sodalizi che un tempo aderivano alla Nuova Famiglia”.

Per questa tipologia di Camorra, la “forte penetrazione in tutti gli apparati pubblici”
rappresenta “il volano della propria produttività criminale” che si esplica nel
“condizionamento di interi settori dell’economia – spesso legata a forniture effettuate in
regime monopolistico (pane, caffè, calcestruzzo, ecc) e appalti pubblici (a loro volta
testimoniati dai Decreti di scioglimento dei comuni)” e nella gestione delle attività
criminali legate al gioco online, agli stupefacenti e alla contraffazione.

Questo genere di Camorra – che opera nel Nolano, nel Giuglianese e nei territori
circostanti, nel comprensorio Afragola/Casoria, nel Maranese e in alcune zone
della città di Napoli, oltre che nella provincia casertana e nell’avellinese – “ha
sviluppato e conservato una eccezionale capacità di mediazione politico/imprenditoriale,
che, a sua volta, impone l’utilizzazione di un metodo più collusivo-corruttivo che
violento e che, non solo, dialoga con l’establishment ma che vuole farsi ed è essa stessa
establishment”.

Accanto a questa tipologia di Camorra propria fin qui descritta, la DNA ne individua
un’altra, che opera nel Distretto di Napoli in forme diametralmente opposte: “Si
impone ed intimidisce con una violenza sfacciata, spesso gratuita e comunque

esibizionista, che lungi dal volere agire sottotraccia, vuole, invece, sempre agire sopra le
righe, che è sregolata e scollegata dal mondo degli affari e della politica e che, più che
volersi fare establishment, vuole essere anti-establishment”.

LE ALTRE PROVINCE
Nella provincia di Caserta assistiamo ad una evidente recrudescenza del fenomeno
negli ultimi due anni: si è passati dalle sole 3 intimidazioni registrate nel 2016, alle 12 del
2017, fino alle 15 del 2018. Si segnalano i reiterati atti intimidatori perpetrati a
Marcianise, amministrazione guidata dal Sindaco Antonello Velardi, già oggetto di
intimidazioni nel 20172: sono circolati su Facebook due video con fotomontaggi. In uno
di questi Velardi viene giustiziato dall’Isis, nell’altro il portone di ingresso del Comune
viene inquadrato mentre si ascoltano colpi di mitragliatrice.

A Piana di Monte Verna si segnala la lettera minatoria ricevuta dal Sindaco Giustino Castellano. Mentre sono due le lettere con minacce recapitate nel giro di pochi giorni al primo cittadino di Piedimonte Matese, Luigi Di Lorenzo. In una interrogazione parlamentare il senatore Franco Mirabelli ha denunciato un atto intimidatorio subito dall’ex vicesindaco di Mondragone Benedetto Zoccola, nel mirino in passato di due attentati dinamitardi per cui ha riportato danni fisici seri e permanenti.

Stabili le minacce censite in provincia di Salerno (14 casi, furono 15 nel 2017), dove si è
però verificato uno dei casi più gravi del 2018. Giampiero Delli Bovi, avvocato civilista e
collaboratore del Sindaco di Montecorvino Rovella Martino d’Onofrio, ha perso l’uso
di entrambe le mani a seguito dell’esplosione di un pacco bomba, recapitato davanti al
cancello della sua abitazione.

In calo le intimidazioni registrate in provincia di Avellino (11 casi), dimezzate rispetto
al terribile 2017 quando se ne contarono 22. Si segnalano incendi di auto di
amministratori locali ad Avellino, Cassano Irpino, Lauro e Ospidaletto d’Alpinolo. A Domicella un uomo viene denunciato per tentata estorsione e lesioni aggravate nei
confronti di un dirigente del Comune.

Sei i casi censiti in altrettanti Comuni nella provincia di Benevento. A Ginestra degli
Schiavoni bomba carta contro l’abitazione del Sindaco e Presidente della comunità
montana del Fortore, Zaccaria Spina. A Bonea distrutta dalle fiamme l’auto di un
consigliere comunale di maggioranza, Alfonso Pecchillo. Nel 2016 una bomba carta era
esplosa contro l’abitazione dei genitori del sindaco”.

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