Scafati. Orti sociali nell’ex terreno della camorra

12 ettari confiscati al clan Galasso nel 2005 e assegnati lo scorso anno ad una Ats composta da Alpaa (capofila), dal circolo Arci Ferro 3 e da Finetica

Carmine apprezza il lavoro che da qualche settimana ha avviato in quella piccola porzione di campo destinato alla coltivazione. Lo svolge con piacere, insieme agli altri ospiti della casa famiglia “Si può fare” gestita dalla cooperativa Boetheia, interagendo con piacere con i “proprietari” degli appezzamenti posti nelle vicinanze: “A cominciare dalla famiglia che opera nel terreno a ridosso del nostro” sorride Nello Collaro, educatore della casa alloggio e coordinatore di questo e di altri progetti che la cooperativa gli ha affidato per “sollecitare” gli ospiti della struttura, tutti con problemi di natura psichica ma con precise funzionalità.

Anche Carmine lunedì parteciperà alla Pasquetta che si terrà nell’area destinata agli orti sociali promossi all’interno del fondo agricolo Nicola Nappo, 12 ettari confiscati al clan Galasso nel 2005 e assegnati lo scorso anno ad una Ats composta da Alpaa (capofila), dal circolo Arci Ferro 3 e da Finetica.

L’amministratore del fondo è Gianluca Morelli, che conta su un gruppo di persone molto affiatate in cui spicca Raffaella Casciello. Sono loro a ricordare che “Nicola Nappo è una giovane vittima di camorra, ammazzato nel 2009 a 23 anni per uno scambio di persona. Apparteneva a una famiglia di agricoltori e per questo, quando ci è stata data la possibilità di occuparci dell’area, abbiamo ritenuto doveroso intitolarla a lui”.

Tante le attività svolte su questi terreni, tra le quali appunto gli orti sociali: in tutto sono 70 le aree individuate per gli orti urbani, su una superficie di 50 metri quadrati. Di queste ne sono state assegnate una cinquantina: “Noi siamo arrivati da poco – spiega Collaro – con il preciso compito di svolgere uno dei laboratori promossi dalla cooperativa Boetheia”.

Il risultato è stato eccezionale: gli ospiti di “Si può fare” si sono appassionati e soprattutto hanno iniziato a interagire con la realtà che li circonda. Lo dimostra Carmine, che dice: “Sono molto contento e orgoglioso di questo progetto, perché mi porta a fare qualcosa di bello in mezzo alla gente”.

Il contatto con le persone per questi soggetti è fondamentale. Ecco allora che la casa alloggio “Si può fare” ha accettato l’invito a partecipare alla “Pasquetta solidale” programmata per lunedì prossimo. Non solo: a breve nell’orto sociale verranno impegnati anche i dieci ospiti dell’altra casa alloggio gestita da Boetheia, la Crisalide di Ottaviano. Perché la vera integrazione si fa tra la natura e la gente.

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