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Ceraso. Dialoghi sul Male, terza edizione

Dopo il successo delle prime due edizioni, ritorna la rassegna cilentana di maggio “Dialoghi sul male”. L’appuntamento è a Ceraso (SA) il 3, 4 e 5 maggio 2019. Al centro dei Dialoghi ci sono i temi attualissimi dello sviluppo del Sud, dello spopolamento delle aree rurali e delle conseguenze che esso ha sul paesaggio; la violenza sull’ambiente; quella contro le donne; l’ostilità verso l’altro. Particolare attenzione è riservata alla scrittura,

 

al cinema, al teatro, al mito, alla musica per la loro capacità di raccontare e contrastare il male.

Perché questi temi e, soprattutto, perché il male?

Perché vogliamo il bene, sappiamo che solo la conoscenza critica del contesto nel quale si vive produce quella cultura che è il più potente antidoto al male e alle sue mille insidiose maschere. Al bene fa ostacolo la violenza. La violenza sull’ambiente, quella contro le donne, contro le appartenenze religiose, contro le etnie, contro chi non è riconducibile a rassicuranti identità. Ma del bene è certamente nemica la non conoscenza delle ragioni, dei fenomeni culturali, sociali ed economici. Su tutto questo indagano i dialoghi a più voci. Voci rese amiche, anche quando sono dissonanti, dalla condivisione di una prospettiva possibile di libertà materiale e simbolica per tutte e per tutti.

Spopolamento – Migranti – Comunità

Arrivano dal mare, fuggono dai mali (povertà, repressioni, guerre) che anche l’Europa ha provocato con le sue politiche predatorie. Quando li accogliamo, quando non lasciamo che muoiano in mare, lo facciamo con diffidenza e paura. Paura che ci tolgano il lavoro, che ci impongano le loro in-civiltà, che affondino la nostra cultura. Oscilliamo tra buonismo e rifiuto e ci impediamo l’analisi di questo fenomeno che la nostra storia di Paese povero ci ha già fatto conoscere. Si moltiplicano le feconde sperimentazioni di comunità inclusive e le disubbidienze ai divieti che il governo italiano vorrebbe imporre. Il mondo del volontariato nutre tantissime esperienze che sono prima di tutto dirette a riconoscere nell’altro/a la propria umanità.

E.I.

 

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