Venerdì 10 maggio presso il Teatro Gloria di Pomigliano D’Arco, alla via Carlo Poerio si terrà il saggio finale del laboratorio Teatro Pubblico Campano 2019, curato dal regista e scrittore Felice Panico, responsabile la dottoressa Luisa Liguori, e che quest’anno festeggia i suoi dieci anni.
In scena “L’Edipo” (nella foto la locandina), adattato e diretto da Felice Panico e tratto dalle tragedie dello scrittore Greco Sofocle “Edipo Re” e “Edipo a Colono”. In scena la compagnia del laboratorio Teatro Pubblico Campano 2019.
“Testo fondativo del teatro occidentale con grande rilevanza anche dal punto di vista della didattica teatrale, Edipo offre l’opportunità, in questa fase storica, di mettere in scena un testo che mostri i due punti di vista dell’accoglienza dello straniero” afferma il Panico che prosegue, nelle note di regia “ Edipo re. Edipo conquistatore. Edipo scacciato. Edipo straniero in ogni parte. Sofocle crea uno dei personaggi mito del teatro di tutti tempi senza sapere che il suo anti-eroe sarebbe diventato archetipo in ogni tempo: dell’uomo in lotta con i suoi simili e con gli dei; dell’individuo eternamente diverso e per questo eternamente bandito. Respinto dalle società al culmine della decadenza civile e poi accolto dagli ultimi baluardi della Terra. Baluardi in cui
le leggi distinguono sì gli individui per forza e per ingegno, ma li rendono uguali per convenzione e per diritto”.
Così che la tragedia, riadattata, ed il cui mito ha fatto tanta fortuna nel campo della psicologia, a partire dal noto “complesso di Edipo” di Sigmund Freud, assume connotazioni di carattere socio-antropologico, quasi come una catarsi, riprendendo una tradizione di junghiana memoria. Il classico viene a connotarsi come una rievocazione lontana ed attualissima ed in questo caso le Erinni interne della colpa edipica, che poi viene ad essere colpa di un intero mondo occidentale, si placheranno e giungerà il sereno sorriso delle Eumenidi.
Prosegue, infatti il Panico, nelle note di regia “La colpa inconsapevole di Edipo – l’uccisione del padre e il matrimonio con la madre – evolve in una consapevole espiazione in cui è la società a redimersi assieme a quest’uomo che ha molto amato, molto sofferto, che non ha mai odiato e che alla fine del suo viaggio troverà la pace e il perdono. La sua morte, in realtà, si rivelerà trasfigurazione. La sua tragedia, caso più unico che raro, troverà un lieto fine”.
Sul palco Ilaria Averardi, Francesco Pio Bervicato, Umberto Crimaldi, Alessandra De Falco, Raffaele D’Onofrio, Leonardo Falato, Giulia Franco, Mariapaola Iervolino, Giuseppe Liccardo, Carla Mercogliano, Cristina Morra, Mattia Passariello, Matteo e Sara Pelliccia, Carmine Porcaro, Francesco Preziuoso, Rosa Maria Russo, Luca Stellaro, Matteo Tambone, Crscenzo Visone, Luigi Milosa, Albachiara De Lucia, Mariangela Rea, Gianluca Esposito, Marco Melito, Emanuela Spompanato.
Giovanni Di Rubba