Le fondazioni furono realizzate controterra in muratura continua di scheggioni vesuviani per uno spessore di 2.70 m, sulle piattabande in mattoni con “malta sottile”. Sette lati dell’impianto ottagonale sono caratterizzati da superfici in stucco listato a bugne, interrotte da coppie di lesene ioniche, anch’esse in stucco, impostate su un basso podio, ad inquadrare le finestre rettangolari ed il portale. All’ottavo lato, in corrispondenza del presbiterio, è addossato un volume parallelepipedo allungato di altezza inferiore, coevo alla fondazione, adibito a sagrestia. Il portale ha un architrave aggettante su mensole sagomate e una cornice a fasce, il tutto in stucco. Superiormente è un‘epigrafe in marmo di Carrara, che recita:
«Matri Divinae Gratiae et Divo Abundio dicatum»,
mentre nella fascia sottostante è impressa la data di fondazione
«XX Oct. MDCCCXCV».
Tra gli elementi architettonici e decorativi, oltre alle partiture interne in stucco (zoccolatura, lesene e superiore fregio in aggetto), va segnalata la pavimentazione bicroma in marmo bianco e bardiglio a fasce circolari concentriche, corrispondente alle originarie disposizioni di Rispoli. La cappella conserva una tela della Beata Vergine delle Grazie molto venerata dalla popolazione pompeiana.
Madonna delle Grazie (in latino Mater Gratiarum) è uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica venera Maria, la madre di Gesù, nel culto liturgico e nella pietà popolare. Maria Santissima è Colei che porta la Grazia per eccellenza, cioè suo figlio Gesù, quindi Lei è la “Madre della Divina Grazia“; Maria è la Regina di tutte le Grazie, è Colei che, intercedendo per noi presso Dio (“Avvocata nostra“), fa sì che Egli ci conceda qualsiasi grazia: nella teologia cattolica si ritiene che nulla Dio neghi alla Santissima Vergine.
Specialmente il secondo aspetto è quello che ha fatto breccia nella devozione popolare: Maria appare come una madre amorosa che ottiene tutto ciò che gli uomini necessitano per l’eterna salvezza. Tale titolo nasce dall’episodio biblico noto come “Nozze di Cana“: è Maria che spinge Gesù a compiere il miracolo, e sprona i servi dicendo loro: “fate quello che Lui vi dirà“.
Pasquale Vitiello