Amnesty International ha dichiarato che l’azienda israeliana autrice di una recente violazione della sicurezza che ha preso di mira attivisti per i diritti umani utilizzando l’applicazione WhatsApp, “deve essere ritenuta responsabile per i suoi stretti legami con regimi repressivi”.
In un comunicato, Amnesty ha esortato il regime israeliano a revocare le licenze di esportazione alla famigerata società israeliana NSO, che ha progettato lo spyware collegato alla violazione di WhatsApp.
Il gruppo per i diritti di Londra ha spiegato alla Reuters che le azioni della compagnia “hanno provocato delle violazioni dei diritti umani”.
Il PNN riporta che WhatsApp, un’unità di Facebook, ha ammesso che hacker sono riusciti a violare la sicurezza nella sua applicazione per colpire attivisti dei diritti umani.
Eva Galperin, direttrice della ciber-sicurezza della Electronic Frontier Foundation di San Francisco, ha dichiarato che WhatsApp ha informato i gruppi per i diritti umani che lo spyware è stato probabilmente sviluppato dall’israeliana NSO. Questo è stato confermato
anche da un’altra persona che conosce la questione.
In una e-mail inviata alla Reuters, Amnesty ha affermato che la NSO ha “ripetutamente dimostrato il proprio intento di evitare la responsabilità per il modo in cui viene usato il software”.
Ha aggiunto che solo il regime israeliano ai suoi livelli più alti potrebbe intervenire e fermare la compagnia.
La NSO ha dichiarato, in seguito alla violazione di WhatsApp, che avrebbe indagato su eventuali “accuse credibili di uso improprio” della sua tecnologia che “è gestita esclusivamente da agenzie di intelligence e forze dell’ordine”.
WhatsApp, uno degli strumenti di messaggistica più popolari al mondo che è usato da 1 miliardo e mezzo di persone al mese, ha comunicato di aver corretto il problema con il suo ultimo aggiornamento e ha chiesto al Dipartimento di Giustizia degli USA di contribuire a un’indagine sulla violazione. (fonte:InfoPal news agency)