Ex Nato di Bagnoli sia un Bene Comune

La struttura ex Nato è un pezzo importante di questa città, e dell'intera area metropolitana, da sempre sottratto al territorio ed ai cittadini, che si sta degradando nell'inerzia generale

Le motivazioni con cui il consigliere Oropallo ha rimesso nelle mani del Sindaco il mandato di componente del cda della Fondazione Banco Napoli per l’assistenza all’infanzia (Fbnai), aprono di fatto una profonda riflessione sulla gestione critica degli spazi della ex Nato di Bagnoli.

“Ad anni di distanza ormai dalla dismissione della base NATO e dopo l’insediamento poco più di un anno fa del CDA della Fondazione che ha posto fine al pluridecennale commissariamento, riteniamo che la comunità bagnolese, i cittadini e le cittadine napoletane abbiano diritto a risposte chiare dagli interlocutori istituzionali- Regione, Comune di Napoli e Fondazione Banco Napoli per l’assistenza all’infanzia- circa il futuro del complesso di Bagnoli”. Così gli appartenenti alla ‘Rete ex Nato bene comune’.

La struttura ex Nato è un pezzo importante di questa città, e dell’intera area metropolitana, da sempre sottratto al territorio ed ai cittadini, che si sta degradando nell’inerzia generale. Un immenso bene pubblico, conosciuto da pochissimi cittadine e cittadini, recintato dal filo spinato come se vi fosse ancora una base militar. Uno straordinario bene comune che va restituito agli abitanti della città per realizzare attività e progetti soprattutto a favore dei minori a rischio che vivono nel nostro territorio.

In realtà a fronte del progressivo degrado di gran parte dei manufatti si è consolidata la presenza di attività sbilanciate a favore di interessi particolari: l’irrisorio fitto corrisposto attualmente dai gestori della piscina, le scuole private con rette che non sono certamente alla portata di famiglie in difficoltà economiche, e in generale tutte le altre attività già in essere, si inscrivono nel contesto di una generale privatizzazione e poca trasparenza di uno spazio che dovrebbe avere una funzione sociale e un fruibilità pubblica nella sua interezza.

La Fondazione inoltre da diversi anni non corrisponde più alla sua missione di sostegno all’infanzia a rischio, se non con parzialissime, minime iniziative per cui si vanno configurando tutte le condizioni che ne propongono se non impongono lo scioglimento come da statuto dell’ente stesso.

Infine con l’amministrazione comunale la dirigenza della Fbnai continua a palleggiarsi la proposta di piano urbanistico (Pua) e la relativa convenzione senza che se ne intravedano i tempi di

approvazione e soprattutto senza che se ne rendano pubblici i diversi passaggi e i contenuti. Anche qui l’allarme è notevole perché questo stallo è in stridente contrasto con le dichiarazioni fatte sia dall’allora commissario che dall’amministrazione comunale nel corso del 2017. L’effetto più clamoroso e negativo fu, e continua ad essere, la sostanziale negazione di qualsiasi reale processo partecipativo in grado di dare la possibilità ai cittadini di esprimersi con valutazioni e proposte.

Noi ribadiamo che, nell’interesse della comunità locale e cittadina, è necessaria la elaborazione e realizzazione partecipata di un progetto UNITARIO di utilizzo del bene, alternativa all’attuale logica dello “spezzatino”, che sia caratterizzato dalla prevalenza di funzioni pubbliche e sociali e abbia al centro i bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza a rischio.

Come Rete ex Nato bene comune abbiamo avanzato proposte sulla base di questi principi che hanno riscosso l’interesse, di un’ampia rete di soggetti del terzo settore e di una parte importante della cittadinanza attiva di Bagnoli, ma anche di ambienti imprenditoriali, disponibili ad un confronto per verificarne la sostenibilità economica e sociale con scarsa attenzione da parte dei diversi soggetti istituzionali.

La linea che sta emergendo e ci preoccupa, sembrerebbe di fatto quella di perseguire il coinvolgimento di singoli interessi più o meno speculativi per racimolare qualche sparuto

finanziamento finalizzato a tenere in piedi l’apparato della Fondazione. Una linea doppiamente rischiosa: da un lato questo immenso spazio potrebbe cadere nelle mani di odiose speculazioni e delle più svariate e contraddittorie funzioni e attività, dall’altro in quanto affetta anche da ‘ingenui’ velleitarismi, potrebbe in larga sua parte, come in tanti altri luoghi della nostra città, finire nella spirale irreversibile del degrado.

In buona sostanza temiamo che si stia profilando un’ennesima occasione sprecata, tra incuria e speculazioni.

Per quanto ci riguarda continueremo nell’azione per salvaguardare la funzione pubblica e sociale di questo bene comune. Intanto ci impegniamo a mantenere alta l’attenzione pubblica anche perché consideriamo il destino del complesso di Bagnoli emblematico della capacità delle nostre classi dirigenti di sviluppare nel concreto un’efficace politica di difesa e valorizzazione dei beni comuni”.

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