Le motivazioni con cui il consigliere Oropallo ha rimesso nelle mani del Sindaco il mandato di componente del cda della Fondazione Banco Napoli per l’assistenza all’infanzia (Fbnai), aprono di fatto una profonda riflessione sulla gestione critica degli spazi della ex Nato di Bagnoli.
“Ad anni di distanza ormai dalla dismissione della base NATO e dopo l’insediamento poco più di un anno fa del CDA della Fondazione che ha posto fine al pluridecennale commissariamento, riteniamo che la comunità bagnolese, i cittadini e le cittadine napoletane abbiano diritto a risposte chiare dagli interlocutori istituzionali- Regione, Comune di Napoli e Fondazione Banco Napoli per l’assistenza all’infanzia- circa il futuro del complesso di Bagnoli”. Così gli appartenenti alla ‘Rete ex Nato bene comune’.
In realtà a fronte del progressivo degrado di gran parte dei manufatti si è consolidata la presenza di attività sbilanciate a favore di interessi particolari: l’irrisorio fitto corrisposto attualmente dai gestori della piscina, le scuole private con rette che non sono certamente alla portata di famiglie in difficoltà economiche, e in generale tutte le altre attività già in essere, si inscrivono nel contesto di una generale privatizzazione e poca trasparenza di uno spazio che dovrebbe avere una funzione sociale e un fruibilità pubblica nella sua interezza.
La Fondazione inoltre da diversi anni non corrisponde più alla sua missione di sostegno all’infanzia a rischio, se non con parzialissime, minime iniziative per cui si vanno configurando tutte le condizioni che ne propongono se non impongono lo scioglimento come da statuto dell’ente stesso.
approvazione e soprattutto senza che se ne rendano pubblici i diversi passaggi e i contenuti. Anche qui l’allarme è notevole perché questo stallo è in stridente contrasto con le dichiarazioni fatte sia dall’allora commissario che dall’amministrazione comunale nel corso del 2017. L’effetto più clamoroso e negativo fu, e continua ad essere, la sostanziale negazione di qualsiasi reale processo partecipativo in grado di dare la possibilità ai cittadini di esprimersi con valutazioni e proposte.
“Noi ribadiamo che, nell’interesse della comunità locale e cittadina, è necessaria la elaborazione e realizzazione partecipata di un progetto UNITARIO di utilizzo del bene, alternativa all’attuale logica dello “spezzatino”, che sia caratterizzato dalla prevalenza di funzioni pubbliche e sociali e abbia al centro i bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza a rischio.
Come Rete ex Nato bene comune abbiamo avanzato proposte sulla base di questi principi che hanno riscosso l’interesse, di un’ampia rete di soggetti del terzo settore e di una parte importante della cittadinanza attiva di Bagnoli, ma anche di ambienti imprenditoriali, disponibili ad un confronto per verificarne la sostenibilità economica e sociale con scarsa attenzione da parte dei diversi soggetti istituzionali.
finanziamento finalizzato a tenere in piedi l’apparato della Fondazione. Una linea doppiamente rischiosa: da un lato questo immenso spazio potrebbe cadere nelle mani di odiose speculazioni e delle più svariate e contraddittorie funzioni e attività, dall’altro in quanto affetta anche da ‘ingenui’ velleitarismi, potrebbe in larga sua parte, come in tanti altri luoghi della nostra città, finire nella spirale irreversibile del degrado.
In buona sostanza temiamo che si stia profilando un’ennesima occasione sprecata, tra incuria e speculazioni.