L’autrice Filomena Baratto, originaria di Vico Equense, ha presentato il suo ultimo cimento letterario venerdì pomeriggio alla libreria Mondadori di Castellammare di Stabia di via Santa Maria dell’Orto, gestita da Giuseppe Carotenuto. La professoressa, che insegna nella città stabiese, ha
incontrato il pubblico nell’ambito dell’interessante presentazione, alla quale hanno partecipato Claudia Squitieri come moderatrice, l’attore Antonio Novi come lettore di alcuni passi del romanzo e la studentessa universitaria Emilia Ammendola, che ha ha dato i suoi feedback come giovane e attenta lettrice del libro.
“Nel mezzo del tempo” (Graus edizioni) è ambientato a Vico Equense , città dove è nata la professoressa Baratto, e in alcune zone della splendida costiera sorrentina, includendo le isole del golfo partenopeo.
“È una storia con tante sfaccettature – ha riferito l’autrice nel corso della presentazione – dove si narra la storia di Margherita, donna di cinquantun’anni, e Davide, sua vecchia fiamma, che si ritrovano dopo svariati anni. Al centro della vicenda ci sono altresì tre donne. Margherita è una donna moderna nell’accezione attuale del termine, che pensa alla carriera, poi la madre Antonella e la zia Felicina, che invece sono antitetiche tra loro come personalità e modo di porsi e pensare.
Margherita è una donna cresciuta in un ambiente ovattato che poi si ritrova dopo anni, in una maturazione forse avvenuta più lentamente, sempre alla ricerca del principe azzurro. La più moderna, paradossalmente, è proprio zia Felicina che non rientra negli schemi ed è considerata una “pazza”. Lei ha sofferto tanto ed è capace di leggere gli altri. Sono due opposti le figure femminili più anziane: una sorella che va avanti , zia Felicina, e un’altra, la madre di Margherita, piuttosto ferma su se stessa e legate alle sue sicurezze . Margherita è molto attratta dalla zia per la sua libertà e le sue idee.
Il romanzo si snoda per la maggior parte a Vico Equense, nei suoi vicoli e zone caratteristiche come quella di San Francesco, che porta alla Sperlonga. Sono luoghi bellissimi, dove ho vissuto fino all’età di dieci anni e che poi ho ritrovato dopo anni che sono rientrata a Vico”.
La parola ‘tempo” compare in ogni capitolo del romanzo: “Il tempo è la mia fissa. Esso ci rende più consapevoli della vita e sua caducità. Forse quella del tempo è la mia ricerca personale e di ognuno di noi , non riuscendo a capire il fine ultimo . Nel romanzo c’è una sorta di intreccio tra presente, passato e futuro, tutto da scoprire”.
“È un romanzo di formazione – continua l’autrice – sebbene la storia tratti anche di viaggi. Ritengo che ci si conosca meglio quando ci si allontani da casa. È un concetto un po’ oraziano. Inoltre nel romanzo c’è anche il senso di distacco dai luoghi che ho pienamente vissuto da bambina e da cui poi mi sono staccata”.
Nel libro non mancano le figure maschili che sono ben tratteggiate: ” Sono tre i personaggi maschili. Il padre di Margherita, professore di lettere di vecchio stampo e molto defilato, Davide, la fiamma della sua giovinezza, e Andrea, marito di Margherita. Incarnano tre tipologie di uomini diversi”.
Al centro del romanzo ci sono dei segreti funzionali alla trama e al finale da scoprire: ” Il peso dei segreti all’interno della famiglia assumono una valenza importante nella narrazione . Ogni cosa che luccica ha la sua ombra. Ritengo che in generale i segreti rispecchiano l’epoca della vita.
Credo che il periodo dell’infanzia sia il migliore. È lì che si semina per il futuro”.
Per la trama, il romanzo potrebbe ispirare una fiction per la TV:
“Ci ho pensato. Ho avuto qualche vago contatto per un mio libro precedente, di stampo autobiografico “L’albero di noce” ma poi la cosa non si è concretizzata in un progetto che mi era stato prospettato da un regista. È comunque difficile ma rimane come mio futuro obiettivo”.
Della stessa autrice anche il libro “Just Job” del 2015 precedente a “Nel mezzo del tempo”, un libro questo consigliato per la bellezza della storia e la profondità e l’autenticità dei personaggi in cui il lettore potrà identificarsi e trovare ampio coinvolgimento attraverso i dialoghi e le vicende rappresentate, dove è evidente la voglia dell’autrice di travasare emozioni autentiche e senza filtro.
Domenico Ferraro