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Migranti, ex-capitano Sea Watch rischia 20 anni di prigione

Pia Klemp, ex-capitano delle navi Iuventa e Sea Watch-3 viene processata in Italia per sospetto aiuto e complicità nell’immigrazione clandestina. Questo ex “marinaio” ha iniziato

 

la sua carriera sei anni fa a bordo della nave Iuventa e si è fatto strada tra i ranghi per diventare capitano.

Nell’agosto 2017 le autorità italiane sequestrano la nave Iuventa, comandata da questo ‘capitano umanitario’ di 35 anni, al largo di Lampedusa. Pure i computer e i telefoni cellulari che erano a bordo sono stati sequestrati.

 

Un’inchiesta era in corso già dal 2016. La decisione della giustizia italiana di poter leggere il contenuto dei dispositivi della Iuventa – posticipata più volte – alla fine è presa nel maggio 2018 dal procuratore siciliano che ha ordinato il sequestro, Ambrogio Cartosio.

Secondo i dati che Pia Klemp ha avuto dal suo avvocato, almeno quattro diverse autorità investigative italiane hanno lavorato contro di lei e il suo equipaggio , compresi i servizi segreti italiani. La cosa più inquietante è che la sua nave è stata ‘spiata’, così come i telefoni ed i computer portatili dell’equipaggio, il tutto completato dalla ‘sorveglianza’ di informatori su altre navi.

Il governo che ha autorizzato la ‘sorveglianza’ è stato quello guidato da Paolo Gentiloni, il successore di Matteo Renzi, del Partito Democratico, due anni prima dell’avvento al potere dell’alleanza tra la Lega e  Movimento 5 Stelle.

L’inchiesta che ha portato all’attuale processo deve quindi determinare se il capitano Pia Klemp abbia “collaborato” con i contrabbandieri libici per salvare i migranti persi in mare con la sua barca: questa “complicità”, se fosse dimostrata dalla giustizia italiana, trasformerebbe lo status dell’ex-capitano della Sea Watch da “soccorritore umanitario di migliaia di persone in mare” a “complice dell’immigrazione clandestina”. L’avvocato italiano di Pia Klemp ha avvertito la sua cliente che rischia 20 anni di carcere.

Vian

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