La linea della Circumvesuviana rischia il collasso. Tra treni obsoleti, che ogni giorno o quasi prendono fuoco, limiti di velocità imposti – 50 km orari da luglio – e con i viaggiatori sempre più snervati dal ritrovarsi spesso su una delle stazioni ad attendere invano il
passaggio di un convoglio.
Dal primo luglio le società del gruppo Eav (Circumvesuviana e Cumana), che trasportano un flusso pendolare di circa 100.000 persone al giorno, come tutte le altre ferrovie non connesse alla rete nazionale passeranno – in materia di sicurezza – dal controllo del Ministero dei Trasporti a quello dell’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria (Ansf). Le regole dell’agenzia sono molto ferree e per le linee non adeguate al sistema ‘SCMT’ si impone un rallentamento. Il passaggio di competenze potrebbe, quindi, determinare il caos, come se già non fosse realtà quotidiana. La riduzione della velocità da 90 a 50 (o forse 70) Km orari comporterebbe, si prevede, un taglio di un terzo delle corse e lo spostamento di un terzo dei viaggiatori sulle strade.
E’ evidente che da tanti, troppi anni la linea Circum – come quella flegrea – attendono un riadeguamento strutturale che comprenda in modo prioritario l’ammodernamento dei treni – il 70% ha
più di 15 anni – che assomigliano sempre più a convogli di fortuna sempre a rischio rottura o addirittura incendio (nelle ultime settimane tanti eventi di questo tipo si sono verificati). Ma per far si che ciò avvenga c’è bisogno di denaro e pare che le cifre stanziate di volta in volta non bastino mai per affrontare la crisi oramai endemica del metrò vesuviano.
Allo stato di cose tragico, che potrebbe peggiorare se i passaggi di competenze di luglio saranno confermati, controbatte il presidente dell’ Eav Umberto De Gregorio: “noi ci siamo mossi dal 2018, abbiamo ottenuto fondi per 100
milioni di euro a fronte di un fabbisogno stimato di 200, per questo abbiamo stipulato una convenzione con la Regione ed il Ministero dei Trasporti”. I tempi previsti per terminare gli interventi di ammodernamento su rete e treni – ammette lo stesso De Gregorio – sono di tre anni. Infatti i lavori di adeguamento riguardano 200 km di rete ferroviaria e 100 treni.
Un impegno non da poco che, conoscendo i tempi biblici che mediamente riguardano ogni intervento infrastrutturale, potrebbe definitivamente mettere in ginocchio il trasporto pubblico e la mobilità inter-urbana ai piedi del vulcano.
E.I.