Le tabelle riportate dal Ministero dell’Ecnomia e delle Finanze in riferimento agli interventi infrastrutturali che saranno sbloccati in conseguenza delle nuove procedure facilitate (http://www.mef.gov.it/focus/article_0054.html) la dicono lunga sull’attenzione che questo Governo, ha riservato al Mezzogiorno d’Italia.
Un’attenzione che non esitiamo a definire mortificante, umiliante. Al limite del provocatorio.
L’analisi della tabella che segue, elaborata dal Ministero e disponibile al link, la dice lunga: fatta eccezione per un modesto intervento in Puglia (di cui peraltro si discute dagli anni ’50 del secolo scorso: la statale Sibari-Roseto), al Sud non è prevista alcuna procedura di “sblocco”, di accelerazione degli interventi, di riapertura dei cantieri. A fronte dei numerosi interventi (aeroporti, strade, autostrade, ferrovie) previsti invece da Roma in su.
FederCepi Costruzioni si attiverà in tutte le sedi opportune e con tutti i gruppi parlamentari, affinché questo sconcio venga prontamente eliminato, e la mappa delle opere da sbloccare venga sollecitamente allargata ai tantissimi interventi, fermi al Sud per svariate problematiche, burocratiche e amministrative (ma anche economico-finanziarie): da strade e autostrade incompiute o mai partire ai bacini idrici vuoti in aree che ancora soffrono la siccità, dal Progetto del Sarno alla S.S. 117 Nord-Sud in Sicilia, dalla tratta Telese-San Lorenzo della Napoli-Bari, al raccordo Salerno-Avellino, senza dimenticare la ormai annosa questione del prolungamento della pista dell’aeroporto “Costa d’Amalfi”.
È tempo di una seria e concreta assunzione di responsabilità dell’intera classe politica meridionale, a fronte della ormai quotidiana reiterazione di atti e provvedimenti che penalizzano e marginalizzano sempre più il Mezzogiorno.
È tempo che anche in sede europea, nel rinnovato Parlamento e in Commissione, venga imposto con forza un monitoraggio effettivo sull’impiego delle risorse destinate alle aree del nostro Paese rientranti nell’Obiettivo 1 affinchè – com’è avvenuto con drammatica sistematicità nelle precedenti programmazioni – risorse destinate alle aree svantaggiate non vengano mal impiegate o addirittura restituite perché non utilizzate.
FederCepi Costruzioni lo farà anche per il tramite del proprio Ufficio di Bruxelles, rappresentando agli uffici comunitari competenti e preposti le palesi disparità territoriali e le evidenti distrazioni di fondi rispetto agli Assi di intervento e agli obiettivi strategici.