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Decreto sicurezza bis, la repressione è legge

ll Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto sicurezza bis. Il provvedimento è stato fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini  che così ha commentato in conferenza stampa:

 

“Habemus decretum”, esultando per l’approvazione del provvedimento riguardante il contrasto all’immigrazione illegale, il potenziamento dell’efficacia dell’azione amministrativa a supporto delle politiche di sicurezza, il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive.

Il governo Lega-M5Stelle ha risposto con una lettera alle osservazioni che erano giunte dall’Onu: indirizzato all’Alto commissario Onu, Michelle Bachelet, il messaggio nega le accuse di violazione dei diritti dei migranti e definisce il modo in cui le Nazioni Unite affrontano la questione libica come “un approccio inadeguato e di stupefacente ristrettezza mentale”.

Il testo, oltre ai migranti, capro espiatorio per eccellenza dei problemi dell’esecutivo verdegiallo, rappresenta anche un nuovo pesante attacco al dissenso e al conflitto sociale, dalle piazze agli stadi.

Migranti

Tra le principali misure introdotte vi è l’attribuzione al Ministro dell’interno, nella sua qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, nell’esercizio delle funzioni di coordinamento dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre italiana, nonché nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia, il potere di limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, con l’eccezione del naviglio militare (nel quale rientrano anche le navi militari e le navi da guerra) e delle navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e di sicurezza pubblica, ovvero quando, in una specifica ottica di prevenzione, ritenga necessario impedire il cosiddetto “passaggio pregiudizievole” o “non inoffensivo” di una specifica nave se la stessa è impegnata – limitatamente alle violazioni delle leggi in materia di immigrazione – in una delle attività elencate dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Convenzione di Montego Bay – UNCLOS), ossia il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti.

Il testo prevede che i provvedimenti limitativi o impeditivi siano adottati di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, secondo le rispettive competenze, e che ne sia data informazione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il testo interviene anche sul capitolo multe contro le Ong e chi salva i migranti in mare: “si applica – si legge nel testo – la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000”. Possibile poi la sanzione accessoria della “confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare”.

Manifestazioni

Si rafforza il quadro normativo a presidio del regolare e pacifico svolgimento delle manifestazioni in luogo pubblico e aperto al pubblico, nel contempo assicurando maggiore tutela agli operatori delle Forze di polizia impiegati in servizi di ordine pubblico, in particolare attraverso l’inasprimento delle sanzioni previste per chi contravvenga al divieto di fare uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona; la previsione della reclusione da uno a quattro anni per chi, nel corso delle manifestazioni, lanci o utilizzi illegittimamente razzi, oggetti contundenti o gas; l’introduzione di specifiche circostanze aggravanti per reati commessi nel corso delle manifestazioni quali violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di ufficio o servizio pubblico o di pubblica necessità, nonché per le condotte di devastazione e saccheggio e di danneggiamento.

Stadi

Si allargano le maglie del Daspo negli e fuori gli stadi, previsto anche per  “coloro che risultino denunciati per aver preso parte attiva a episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive, o che nelle medesime circostanze abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza”; “coloro che risultino avere tenuto, anche all’estero, sia singolarmente che in gruppo, una condotta finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione”; “coloro che risultino denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei cinque anni precedenti”.

Il Decreto sicurezza bis è stato approvato in tempi rapidissimi per rispondere ad una ‘fantomatica’ richiesta di sicurezza dei cittadini. Nella sostanza, però, il testo è un’ulteriore allargamento dei dispositivi tesi a

colpire le azioni solidali con i migranti, a inasprire le pene per reati di piazza e per penalizzare il dissenso sociale e le lotte inasprendo le misure di carcerazione speciale per i reati associativi commutando pene infinitamente superiori a quelle previste dal codice penale.

Infine, alcuni reati precedentemente depenalizzati tornano ad essere puniti con particolare ferocia, le norme in materia di immigrazione diventano tali da far passare le azioni solidali come reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per scoraggiare ad esempio la presenza di barche per il soccorso di migranti in acque internazionali dove operano per salvare vite umane.

E.I. 

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