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A settembre stop inceneritore Acerra, ma è già emergenza

Negli ultimi giorni in molti comuni della Campania è in atto un’emergenza rifiuti – che viaggia sotto traccia – legata allo stop temporaneo di alcuni Stir, che sono talmente stracolmi di immondizia da non riuscire a smaltire le enormi quantità in entrata rallentando di molto le operazioni di sversamento degli autocompattatori, che restano spesso in coda per ore se non, in qualche caso, per giorni, prima di poter conferire il proprio carico.
L’attuale fotografia della gestione del ‘ciclo dei rifiuti’ se, da un lato, fa emergere una fragilità complessiva del sistema industriale predisposto dalle istituzioni regionali – ancora schiacciato su politiche inceneritoriste e non
indirizzate seriamente a promuovere, anche infrastrutturalmente, pratiche più prossime al concetto di ‘rifiuti zero’ – dall’altro lascia trasparire come il ‘modus’ con cui la politica interviene sull’habitat acuisce e non dialettizza le contraddizioni di un contemporaneo rapporto uomo-ambiente.
A questo contesto disastroso, immutato da decenni ormai, si aggiungerà come ulteriore ‘grana’ lo stop temporaneo dell’impianto di Acerra, per le ovvie manutenzioni. Su questo specifico punto si susseguono gli inviti del presidente della regione De Luca ai sindaci nel mettere a punto alternative in materia di stoccaggio perchè settembre sarà un mese ‘nero’.
Di seguito il comunicato di Legambiente sulla preventivata chiusura del bruciatore campano e sull’immobilità di chi dovrebbe provvedere a soluzioni alternative.
“Mancano più di tre mesi alla preventivata chiusura di Acerrra e l’immmobilità la fa da padrone. Tutti sapevano, tutti non hanno fatto nulla. Una continua “emergenza programmata” a danno delle comunità. Ancora una volta ,
come da decenni, si registra incapacità politica di gestire il ciclo integrato dei rifiuti e quello non meno importante delle responsabilità.
Unico ciclo che funziona è quello delle chiacchiere, dei proclami e dello scaricabarile. Siamo al paradosso, solo in Campania se da un lato non si riesce a gestire una chiusura programmata dell’inceneritore, dall’altra è ancora più grave che non si riescano a portare avanti politiche che permettano al ciclo di rifiuti di chiudersi,favorendo la realizzazione degli impianti di compostaggio . Questi impianti vanno pensati, progettati e realizzati bene, con
processi partecipativi che coinvolgano le popolazioni locali, ma vanno fatti.
La regione su questo deve mettersi in gioco, accompagnando i processi, coordinando le iniziative e mettendo in campo strumenti efficaci per la loro realizzazione non solo lanciando appelli.
Possibile che in Campania anche questo diventa straordinarietà? E nel frattempo
la Campania è sotto l’incalzante sanzionamento da parte della Commissione Europea per le inadempienze in materia di gestione dei rifiuti, che occorre ricordare attinge dalle nostre tasche ad una velocità pari a ben 120.000 euro al giorno, la situazione è tutt’altro che confortante. Al 31 dicembre 2018 per tale motivo l’Italia ha pagato 151,64 milioni di Euro. Mariateresa Imparato presidente Legambiente Campania in un nota su chiusura prossima del termovalorizzatore di Acerra ed emergenza rifiuti”.
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