Migranti, Sea Watch chiede intervento Corte Strasburgo

il Ministro dell'Interno Matteo Salvini: “Ho scritto personalmente al mio collega ministro olandese: sono incredulo perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare"

La Sea Watch, ferma dal 12 giugno fuori dalle acque territoriali italiane, chiede l’intervento della Corte di Strasburgo. La Ong tedesca si è rivolta alla Corte europea dei diritti dell’uomo per far sì che vengano chieste

 

“misure provvisorie” al governo italiano. L’obiettivo è quello di sbloccare l’empasse e far sbarcare i 53 migranti a bordo della nave.

La portavoce della Ong Giorgia Linardi ha specificato che la richiesta è stata fatta dai singoli individui presenti a bordo.

A rendere nota la richiesta di Sea Watch era stata la stessa Corte di Strasburgo, che adesso attende risposte sia dalla Sea Watch che dal governo italiano, entro oggi.

La Corte ha il potere di chiedere all’Italia di adottare “misure urgenti” e che “servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani”.

Qualche ora con queste parole si è espresso il Ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Ho scritto personalmente al mio collega ministro olandese: sono incredulo perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare. Riterremo il governo olandese, e l’Unione Europea assente e lontana come sempre, responsabili di

qualunque cosa accadrà alle donne e agli uomini a bordo della SeaWatch”.

Se la Sea Watch cercherà di forzare il blocco, dichiarando lo stato di emergenza, e si dirigerà al porto di Lampedusa, la capitana, Carola Rackete, andrà incontro a una multa fino a 50mila euro e al sequestro della nave, come previsto dal decreto sicurezza bis.

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