Oggi doveva essere il giorno della verità per le sorti del progetto EAV, che prevede una trasformazione urbanistica di gran parte dell’area territoriale comprendente la stazione di Pompei città, via Nolana, via Crapolla ed altre parti dell’area periferica a nord del santuario.
Il consiglio comunale, da tenersi stamane, convocato specificamente per dibattere il tema è andato però deserto. Nuova convocazione domani alle 13.00 in seconda seduta. A mancare proprio la maggioranza del sindaco Amitrano – favorevole al progetto – il quale nei giorni scorsi ha pubblicamente dichiarato che se la proposta EAV non sarà approvata sarà pronto a dimettersi.
Tant’è che oggi tra i banchi dell’aula consiliare erano seduti solo gli esponenti della minoranza, mentre la sala era gremita di cittadini ed abitanti, con una forte delegazione del Comitato No Sottopassi ed anche una delegazione dell’associazionismo di Castellammare di Stabia che ha lottato – spuntandola – sulla vicenda del sottopasso di via Nocera.
Per loro era un appuntamento imprescindibile: era questo il giorno per sottoporre alla politica locale -quella che dovrà decidere in merito al nuovo assetto urbano che si determinerebbe una volta approvato questo progetto – tutte le criticità e le alternative possibili, a cominciare dall’interramento della linea ferrata anziché quello delle persone. Per la comunità che protesta il piano Eav, così come è pensato, determinerebbe l’emarginazione definitiva della periferia dal centro, in più le opere previste (sottopassi, viadotti, piazza interrata) sono incompatibili con un territorio che ricade completamente in zona rossa per il rischio Vesuvio. Poi, l’urgenza dell’eliminazione dei passaggi a livello – tema portante ed ispiratore dell’intero piano – assomiglia tanto alla chiave di volta per poter dare il via ai lavori e spendere velocemente 70 milioni di euro di finanziamento che altrimenti si rischierebbe di perdere.
Il rinvio di oggi per alcuni presenti è stata, comunque, l’ulteriore conferma di come la classe dirigente snobbi la comunità. Qualcuno, più focoso, non ha resistito alla beffa ed ha paventato la necessità di azioni più incisive da parte di chi si oppone all’opera in questione, pena il rimanere impotenti e inascoltati.
Fatto sta che l’amministrazione si gioca molto del suo futuro in questa vicenda: per di più i termini entro i quali la Conferenza dei Servizi dovrà rilasciare un parere definitivo sono ridotti al lumicino: entro il primo luglio tutto dovrà essere deciso. Quindi domani sarà, se sarà, giornata ‘clou’. O la politica accoglierà le richieste della comunità, cercando insieme agli abitanti strade alternative oppure ancora una volta si assisterà alla consueta scena in cui dall’alto si caleranno decisioni che i cittadini dovranno subire, anche loro malgrado. Con buona pace delle idee di partecipazione e di democrazia.
Vian