Di seguito il comunicato con cui il C.E.D.I. (Coordinamento educatori e docenti italiani) chiama ad una manifestazione da tenersi venerdì 5 luglio a Napoli. Le motivazioni della protesta sono legate alla possibile approvazione del decreto che prevede l’autonomia, così detta, differenziata che come effetto avrebbe un maggiore peso economico delle regioni del nord a dispetto di un sud sempre più ruota di scorta economica e sociale del paese, con elementi discriminatori che si instaurerebbero in modo emblematico proprio sul fronte scuola.
“La legge 107 ancora oggi pesa sulle esistenze di centinaia di docenti Meridionali, che sono stati coloro che più hanno subito in termini materiali e umani.
Essi, infatti, subiscono ancora gli effetti deleteri e lesivi di atti amministrativi frutto di scelte poco oculate, che hanno applicato illegittime deroghe al sistema normativo in tema. Risulta, altresì, chiara la violazione del diritto al lavoro, vero e proprio diritto soggettivo costituzionalmente riconosciuto e tutelato come fondamentale ed inviolabile in tutte le sue esplicazioni (artt. 1, 2, 4, 35, 36, 37 ss Cost.), in quanto in virtù del lavoro si esplica la piena e libera personalità dell’individuo, sia come singolo, che nelle formazioni sociali.
Il diritto al lavoro, in tale ottica, non coincide con il mero rapporto tra prestazione lavorativa e controprestazione salariale, ma vi ricomprende tutte le attività connesse alla prestazione lavorativa, come le abitudini di vita, gli assetti relazionali e le occasioni per la espressione e la realizzazione della sua personalità anche sul posto di lavoro.
Il trasferimento dei docenti a centinaia di km dal luogo di residenza della famiglia e degli affetti più cari, infatti, costituisce un ostacolo alla possibilità di
svolgere la propria attività lavorativa nel pieno delle proprie esigenze esistenziali, professionali e, non da ultimo, economico-finanziarie. Dopo diversi anni di sacrifici e di “precariato” i docenti hanno ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato e partecipando alle operazioni di mobilità in questione, avevano finalmente sperato di poter realizzare le proprie legittime aspettative lavorative, in piena simbiosi con le proprie esigenze familiari, professionali e sociali.
Per effetto del trasferimento illegittimo, invece, si ritrovano ad essere frustrati in tutte le ragionevoli aspettative di vita e di gratificazione professionale, personale e relazionale di mobilità.
Allo scopo di agevolare il rientro definitivo dei docenti residenti nelle regioni del Mezzogiorno, e divenuti titolari di cattedre in altre regioni e in particolare nel centro nord Italia, in virtù delle previsioni di cui alla legge 13 luglio 2015 n. 107 e dei docenti fuori sede già prima della stessa legge 107, con conseguenti ricadute negative per il tessuto socio economico del Mezzogiorno, dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, chiediamo la ricollocazione del personale docente sulla base di un riparto nazionale dell’organico di diritto dei posti effettivamente disponibili, consentendo al docente, che ne fa richiesta per l’anno scolastico 2019/2020, il passaggio di titolarità nelle province dove è presente un numero sufficiente di posti in deroga sul sostegno e/o di posti in organico di fatto, nel rispetto di tutte le abilitazioni e delle specializzazioni possedute, tale da soddisfare le richieste pervenute e al contempo trasformare in organico di fatto quei posti lasciati scoperti dagli ex titolari trasferitisi, senza che questo possa in alcun modo determinare docenti sovrannumerari.
L’operazione non richiede alcuno stanziamento perché i posti di diritto sarebbero semplicemente ridistribuiti geograficamente tra le diverse province sulla base della reale provenienza dell’insegnante. In questo modo si assicura sia la continuità del docente di ruolo, attualmente titolare al centro nord, ma ogni anno assegnato provvisoriamente nella propria città del sud, sia al docente chiamato a supplire ogni anno il docente mandato in assegnazione provvisoria e che da anni ricopre sempre la stessa supplenza e che per assenza di abilitazione all’insegnamento e/o specializzazione sul sostegno non può comunque passare di ruolo.
Insistere affinché i posti liberati da quota 100 siano tutti immediatamente disponibili con l’anticipazione dell’organico a prima della definizione dei trasferimenti e affinchè ci sia il rispetto della sentenza del Tar Lazio 8 gennaio 2019 che si è espressa sull’organico di diritto sostegno in Sicilia da estendere come principio a tutte le regioni d’Italia al fine di eliminare lo scandalo dei posti in deroga sul sostegno.
Per tutte queste ragioni Venerdì 5 luglio, a partire dalle ore 10, scendiamo in Piazza Del Plebiscito a Napoli”. C.E.D.I. (Coordinamento educatori e docenti italiani)