«Servono ulteriori risorse utilizzabili per il recupero del patrimonio edilizio, attraverso finanziamenti, sgravi, agevolazioni e incentivi diretti. Per questo motivo è necessario convocare un tavolo di lavoro inter-istituzionale».
È l’appello che l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Napoli e provincia lancia a Palazzo Santa Lucia per «aprire un confronto anche sul tema della riqualificazione e della sicurezza del patrimonio edilizio sia pubblico che privato» soprattutto all’indomani del duplice crollo del piano stradale che si è verificato a Casoria e a Portici.
manutenzione. Un evento che ci spinge a interrogarci sulle trasformazioni fisiche e sociali in atto e sull’urgenza di interventi per contrastare degrado e disagio».
Per l’Ordine degli Architetti di Napoli «bisogna sensibilizzare i napoletani che non riconoscono – e quindi non colgono il problema – fino a quando non avviene una tragedia».
«Sono numerosi i segnali che emergono dal dibattito; altrettanti gli effetti prodotti sul miglioramento dell’efficienza e sulla rivalutazione degli edifici dall’eco-bonus e dal sisma-bonus, previsti dalla vigente legislazione. Provvedimenti che il cittadino accoglie solo quando ne percepisce l’immediata utilità».
«devono essere attivate forme di sostegno a favore dei condominii, in relazione alle spese tecniche per l’analisi dei fabbricati, anche al fine di agevolare l’efficacia dei bonus e avviare il recupero degli edifici in tutte le aree urbanizzate della provincia che hanno subito processi di degenerazione insediativa, uno scadimento delle condizioni e delle funzioni e quindi non sono più in grado di offrire una soddisfacente qualità della vita. Anche perché il problema è dato dalle strutture dei fabbricati che, già costruiti male o con tecniche vetuste, hanno subito il degrado del tempo e, attualmente, anche le eccezionali variazioni derivate da un radicale mutamento del clima».
Infatti, le «forti precipitazioni, racchiuse in poche ore e alternate a periodi secchi, danno origine ai crolli; sarebbe quindi da rivedere anche il sistema di allontanamento delle acque».
«Si auspica la ripresa e il rilancio con fondi regionali di un progetto simile a quello che fu il Progetto “Sirena” per favorire interventi di manutenzione e riqualificazione del patrimonio edilizio di Napoli e degli altri comuni della Città Metropolitana; un progetto che dovrà tendere in primis al miglioramento strutturale perché spesso sono sopravvenuti gravi aumenti dei carichi a ogni piano».