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Grecia. Destra vince, Alba Dorata fuori dal Parlamento

I risultati finali delle elezioni politiche svoltesi in Grecia, con il 98% dei voti contati, ci dicono che a primeggiare nella competizione è stato il partito di destra Nea Dimokratia con il 39,8%. Per effetto dei 50 seggi assegnati alla compagine vincitrice, il partito del conservatore Kyriakos Mitsotakis potrà governare da solo.

Registrato il 44% di astensione, un record nella storia del paese. In un seggio elettorale nella zona del quartiere Exarchia anarchici hanno rubato un’urna per poi bruciarla in piazza. Le elezioni, in questa zona, saranno ripetute.

Syriza esce invece sconfitto con il 31,5% dei consensi. Sconfitto ma non schiacciato come ci si aspettava: i sondaggi parlavano di una differenza dal 10 al 15%. Il partito di Tzipras sconta sicuramente il contraddittorio atteggiamento avuto

nella difficile trattativa con la ‘troika’ per aggiustare le disastrate economie nazionali dopo il famoso default, con la produzione di politiche fortemente criticate in questi anni da grossi settori popolari ed in emergenza povertà della società ellenica.

Le altre compagini presenti alla tornata elettorale hanno avuto il seguente consenso: Kinal (Pasok) 8,1%; Partito Comunista 5,3%; Elliniki Lysis 3,7%; Mera (Varoufakis) 3,45%.

Alba Dorata (organizzazione ritenuta di stampo neonazista) con il 2,94% delle preferenze è fuori dal parlamento dopo 7 anni. E questa non è una notizia di poco conto, anzi è un importante passo in avanti, perché rompe una “normalità”. Questa sconfitta elettorale di Alba Dorata vuol dire che molti tra gli imputati per organizzazione criminale che militano nelle sue fila non potranno difendersi nelle sedi dei tribunali avvalendosi dell’immunità parlamentare. Questa strategia, messa in atto dai loro difensori, per ritardare il processo a loro carico durante quest’ultimo anno, è fallita drasticamente. L’unico personaggio  che si presenterà in tribunale nella qualità di deputato sarà Giannis Lagos, eletto all’europarlamento. La mancata rappresentanza politica in Parlamento avrà come effetto immediato per l’organizzazione quello di aumentare i problemi di finanziamento delle sue attività più un’altra serie di effetti collaterali.

Il Maxi-processo ad Alba Dorata

Nelle prime ore della mattina del 18 settembre 2013, il partito neo-nazista greco Alba Dorata, in linea con il proprio violento programma politico, inviò i suoi squadristi a Keratsini, distretto occidentale di Atene, per

pugnalare al cuore il rapper e operaio Pavlos Fyssas, 34 anni. Fyssas morì quella stessa notte, insieme a ogni illusione che la Grecia non sarebbe stata colpita dal montare dell’estrema destra in Europa.

L’omicidio del giovane, tuttavia, ha dato inizio ad un processo imponente, costituito di quattro casi distinti, ma interconnessi, con 69 imputati fra parlamentari e membri di Alba Dorata, e due terabyte di documenti: un procedimento giudiziario iniziato il 20 aprile 2015 e tutt’ora in corso. Il caso “Alba dorata” è stato definito il più grande processo al fascismo in Europa dopo Norimberga.

 

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