I finanzieri del Comando provinciale di Napoli, nell’ambito di un generale monitoraggio delle posizioni dei dipendenti dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, hanno concluso un’articolata indagine coordinata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti per la Campania, con l’accertamento di un danno erariale di 2 milioni di euro perpetrato da 3 professori ordinari dell’Ateneo partenopeo, citati a giudizio dall’autorità giudiziaria contabile.

In particolare, i militari del i Gruppo Napoli, mediante monitoraggio ed analisi di rischio dei professori in forza all’Ateneo, hanno incrociato i dati degli stessi con le dichiarazioni fiscali presentate, pervenendo all’individuazione di alcune posizioni meritevoli di approfondimento.

Dagli accertamenti condotti dai finanzieri, infatti, è emerso come nel periodo sottoposto ad indagine (anni 2012 – 2017) 3 professori universitari a tempo pieno fossero al contempo provvisti di partita Iva e fatturassero centinaia di migliaia di euro per prestazioni rese per servizi extra-istituzionali non comunicati all’amministrazione pubblica di appartenenza, ovvero, sebbene autorizzati, svolgessero le stesse secondo canoni riferibili alla tipica attività libero professionale, con ciò violando i prescritti dettami di legge relativi all’esclusività del rapporto instaurato con la pubblica amministrazione, previsti dall’art. 53 del decreto legislativo 165 del 2001 e tutelati dall’art. 98 della costituzione.

I 3 professori dell’Università Federico II (facoltà di Medicina, Economia ed Ingegneria), destinatari di altrettanti inviti a dedurre, sono stati ritenuti responsabili di aver cagionato un danno erariale pari alle prestazioni extra-istituzionali rese, incompatibili con la funzione pubblica ricoperta. inoltre, per tale condotta antigiuridica gli stessi dovranno anche rispondere dell’indebita percezione dello stipendio previsto per i dipendenti pubblici con regime di impegno “a tempo pieno”, dato che in questi casi è prevista una retribuzione di livello inferiore.

Eclatante la situazione di uno dei 3 docenti: già diffidato dall’Ente universitario dall’astenersi da situazioni di potenziale incompatibilità. Lo stesso, oltre ai numerosi incarichi extraistituzionali “nascosti” all’Ateneo, per oltre un milione di euro, è risultato ricoprire cariche di rappresentanza e partecipazione agli utili in diverse società, violando un ulteriore vincolo previsto dalla norma di settore.

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