E’ cominciata male l’avventura della nuova amministrazione scafatese. Nemmeno il tempo di insediarsi ed uno dei componenti la maggioranza, nonchè proclamato presidente del consiglio comunale, Alfonso di Massa – eletto nelle fila di Fratelli d’Italia – finisce indagato nella recente inchiesta denominata ‘Operazione San Gennaro’ che ha portato agli arresti, tra gli altri, del magistrato Alberto Capuano, di Giuseppe Liccardo (per gli inquirenti contiguo al clan Mallardo di Giugliano) e del consigliere alla X Municipalità di Napoli Antonio Di Dio.
E’ proprio dal rapporto intrattenuto con quest’ultimo che si arriva a mettere sotto la lente d’ingrandimento della giustizia la figura del Di Massa. Infatti, come si evince dalla richiesta di applicazione di misure cautelari, a firma del pubblico ministero Gennaro Varone, già riportata da alcuni organi di stampa nazionali, Di Dio «intermedia corruzioni anche in altri settori». In particolare, argomenta il pm, «per il superamento del concorso pubblico per allievo maresciallo dei carabinieri: tariffa 10mila euro».
Grazie a una conversazione intercettata ad aprile del 2019, è stato possibile documentare «la ricezione di un pagamento corruttivo da parte di Alfonso Di Massa, interessato a far entrare nell’Arma
(dei Carabinieri, ndr) una propria parente». Il 23 marzo scorso viene intercettata un’altra conversazione, durante la quale Di Dio promette a Di Massa: «Una volta che passa i quiz, io prendo la ragazza, vieni con me, vi faccio conoscere, lo faccio per te, il personaggio che ha detto: “Antò (Antonio Di Dio), non ci sono problemi, la facciamo entrare tranquillamente”».
Di Massa si informa sulle modalità di pagamento: «Tutti in una sola volta i 10 (10mila, ndr) o vogliamo fare 5 e 5?». Di Dio risponde: «Sì, non ci sono problemi, mi porti i 5 dopo pochi giorni… ti sto dicendo che sono sicuro che passa pure i quiz e ti posso garantire che abbiamo la sicurezza al mille per mille che l’accompagnano loro e la fanno entrare».
Il successivo 20 aprile, Di Dio e Di Massa si incontrano presso un bar, dopo essersi accordati telefonicamente.
Nella circostanza, Di Massa consegna a Di Dio i primi cinquemila euro pattuiti e Di Dio conclude: «Tutto a posto, per il fine settimana prossima, mi porti la differenza».
Nel corso dello stesso incontro, Antonio Di Dio dice a Di Massa che lo chiamerà quando sarà in compagnia di un certo comandante.
E Di Massa ribatte che non appena sarà a Scafati (dove presumibilmente abita) cercherà la ragazza (la sua parente), affinché possa parlare col citato comandante, dal suo telefono (quello di Di Massa). In effetti, accadrà proprio così. Di Massa, arrivato a Scafati e trovandosi insieme alla parente, contatta Di Dio che si trova in compagnia del comandante.
LA RAGAZZA PARLA AL TELEFONO CON IL COMANDANTE.
Nei confronti di quest’ultimo, Alfonso Di Massa, avrebbe effettuato una dazione di prodotti gastronomici, in occasione delle festività pasquali. La circostanza emerge dalle parole che il comandante rivolge a Di Massa: «Grazie del gentile pensiero che sicuramente gusteremo pensando a lei, sicuramente saranno prodotti di primissima scelta».
“Eppure – chiosano gli inquirenti – sappiamo dalla registrazione dell’incontro Di Dio/Di Massa che quest’ultimo ha consegnato denaro e non generi alimentari”
La prima reazione politica sulla vicenda che offusca sin da subito l’immagine della neo compagine al governo della città è quella del consigliere comunale del M5S Giuseppe Sarconio, che così commenta: “In merito alle notizie che vedono coinvolto in una indagine il Presidente del Consiglio Comunale di Scafati, chiediamo le sue immediate dimissioni e non potrebbe essere altrimenti. Questa maggioranza, sin dalla presentazione delle liste, ha professato legalità e ne ha fatto un cavallo di battaglia, giustamente, contro l’ex sindaco e tutta l’ex amministrazione, poi sciolta per infiltrazione camorristica. La nostra Città non può permettersi ombre, non se lo può permettere neanche la maggioranza. Ricordo a tutti che usciamo da uno scioglimento per camorra e la legalità deve essere un faro per tutti, se così non fosse sarebbe un segnale grave per tutta la cittadinanza. La legalità la si applica non la si professa. Per questo ribadiamo la nostra richiesta: immediate dimissioni del Consigliere Di Massa”.