La Sapna, azienda in house della città metropolitana di Napoli, in questi giorni ha fatto sapere che tra i siti di stoccaggio contemplati per far fronte alla prossima chiusura temporanea

 

dell’inceneritore di Acerra – prevista da fine agosto a fine settembre – ci sarebbero Cava Giuliani a Giugliano e la ‘piazzola numero 2’ posta davanti all’ingresso dell’impianto acerrano. Tali indiscrezioni sono emerse dalla pubblicazione sul sito web del comune di Acerra della convocazione della conferenza dei servizi, da tenersi il prossimo 18 luglio, e la lettera con cui la Sapna, azienda che si occupa del ciclo integrato dei rifiuti in provincia, chiede l’utilizzo della piazzola in questione. Si ricorda che in passato i due siti erano già stati utilizzati per stoccare ecoballe poi in seguito sono stati svuotati.

La predisposizione di luoghi, atti ad accogliere circa 40.000 tonnellate di rifiuti, si è resa necessaria per scongiurare la propagazione dell’ennesima emergenza rifiuti nella regione. Dalla Sapna, fanno comunque sapere che non solo i siti di Acerra e Giugliano sono attenzionati, ma si sta valutando l’utilizzo anche di altri ‘spazi’ in provincia già ‘rodati’ in passato allo stoccaggio. Due aree basteranno per superare lo stop temporaneo del bruciatore campano, poi le aree interessate saranno liberate nel giro di qualche mese.

Intanto, come sempre accade ogniqualvolta il ‘sistema’ prevede l’apertura di nuove discariche per arginare le cicliche crisi derivanti da un fragile quanto infausto ‘piano’ regionale di gestione dei rifiuti, già partono le prime critiche ed opposizioni dai territori prescelti.

Da Acerra gli ambientalisti fanno sapere che tale scelta è assurda perché dopo l’incendio delle ecoballe nel 2012 la piazzola non è mai stata bonificata. Inoltre, i critici accusano il Comune di aver provato a tenere tale informazione secretata, ma pressato è stato costretto a divulgare la notizia. “Dopo l’inceneritore e dopo anni di sversamenti la città non può più sopportare altri sacrifici”, chiosano gli oppositori.

Ancor più dura la reazione della comunità giuglianese. A parlare è proprio il sindaco che così dichiara: “Sapna e Città Metropolitana non perdono mai il vizio di immaginarsi padroni a casa d’altri. Sulla questione nessuno ci ha sentiti. Aprire un sito di stoccaggio a Giugliano è fuori dalla grazia di Dio. Sapna non immagini neppure di fare alcunchè sul nostro territorio, abbiamo pagato già prezzi troppo alti nelle scorse emergenze e continuiamo a pagare un contributo fin troppo pesante per garantire il ciclo dei rifiuti  che in questa provincia si mantiene anche grazie allo Stir di Ponte Riccio. Quindi, se di emergenza transitoria si tratta, Sapna si garantisca degli spazi altrove o, meglio, si garantisca la possibilità di smaltire le balle in uscita dagli Stir presso impianti di termovalorizzazione in Italia o all’estero. Chiunque pensi di venire a stoccare qualcosa qui, che si chiami Gargano (amministratore delegato Sapna), che si chiami De Magistris, o in qualunque altro modo, sappia che li aspettiamo con i forconi. E che siamo pronti a schierare la Polizia Locale e a sequestrare ogni mezzo, ogni carico”.

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