A Bibbiano non c’è uno scandalo: ce ne sono due!
Il primo è quello di cui si occupa la magistratura che conduce le indagini.
Il secondo è la vergognosa strumentalizzazione che ne viene fatta dalla politica. Di Maio “Io con il partito di Bibbiano non voglio averci nulla a che fare, con il partito che in Emilia Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettrochoc per venderseli io non voglio avere nulla a che fare”. Salvini ha accusato il Pd di fare “business sui bambini”, Una giornalista domanda a Zingaretti dei fatti di Bibbiano e lui si mette a ridere e dà la colpa al M5S. La strumentalizzazione politica di fatti così gravi è una vergogna!
A Bibbiano non c’è bisogno di una riflessione, ma di almeno due!
La prima è quella di bambini dati in affidamento con procedure sospette. Procedimenti viziati da metodi di ascolto suggestivi, famiglie senza diritto alla difesa. E poi servizi sociali appaltati a cooperative esterne, libere di agire forse in modo arbitrario, consulenze tecniche d’ufficio affidate a psicologi e pedagogisti dalla professionalità a dir poco discutibile, giudici onorari in sospetto di conflitto d’interesse per aver ricoperto incarichi nelle strutture d’accoglienza a cui loro stessi destinavano i minori allontanati dalle famiglie. Il caso Reggio Emilia speriamo che sia qualcosa di isolato.
La seconda è parlare di business su bambini e ragazzi in ostaggio delle case famiglia. Questo non è rispettoso di bambini, adolescenti e famiglie che insieme agli operatori e ai servizi sociali competenti stanno compiendo un faticoso ma necessario percorso all’interno di un sistema che deve essere sostenuto, monitorato ma certamente non delegittimato o affossato. Mai un ragazzo viene allontanato dai genitori e messo in casa famiglia per motivi di indigenza, come spesso si vuol far credere, volendo trovare la soluzione da parte di alcuni, nel dare il corrispettivo della retta ai genitori. La maggior parte dei bambini ha vissuto l’allontanamento dalla famiglia d’origine a causa di grosse problematiche come la trascuratezza, l’incapacità genitoriale, il maltrattamento, episodi di violenza, la tossicodipendenza, l’alcolismo da parte della famiglia d’origine o forme di devianza del minore.
La tragedia di Bibbiano ci insegna anche che c’è bisogno di investimenti sulla prevenzione, sul sostegno alla genitorialità più fragile, sul sostegno ai servizi sociali territoriali e alle procure della Repubblica per renderli più efficienti.
don Antonio Carbone
salesiano
referente Salesiani per il Sociale Sud Italia