Stop inceneritore: rifiuti all’estero via mare

La regione Campania e le province hanno messo a punto una strategia per tamponare l’emergenza che si scatenerà da qui a breve per lo stop dell’inceneritore di Acerra

La regione Campania e le province hanno messo a punto una strategia per tamponare l’emergenza che si scatenerà da qui a breve per lo stop dell’inceneritore di Acerra. 50 mila tonnellate di rifiuti della Città Metropolitana di Napoli, con tre  navi alla settimana, saranno spedite all’estero.

Questo è quanto emerge dal vertice avvenuto qualche giorno fa convocato dal vice presidente della regione Fulvio Bonavitacola a cui hanno preso parte i rappresentanti delle 5 province campane e le società provinciali di gestione dei rifiuti. L’incontro doveva servire a mettere a punto un piano che limitasse il più possibile la realizzazione di siti di stoccaggio provvisorio, come soluzione temporanea precedentemente ipotizzata dalla SapNa e subito fortemente criticata da cittadini ed istituzioni dei territori opzionati.

Ed il piano è stato così architettato: la provincia di Napoli trasporterà i rifiuti all’estero, verso impianti del nord Europa, per un totale di 50 mila tonnellate (già aggiudicate le gare d’appalto).  Tale meccanismo dovrebbe consentire, da agosto a settembre, di svuotare costantemente i piazzali degli STIR della provincia napoletana – Caivano, Giugliano, Tufino – dove saranno depositati i rifiuti durante la manutenzione dell’inceneritore.  In media, è stato preventivato, partiranno 3 navi alla settimana con 9 mila tonnellate di rifiuti a bordo. Il piano deve essere ancora definito nei dettagli: manca ancora un accordo con A2A affinchè la multiutility che gestisce l’impianto acerrano prenda in carico una quota di rifiuti che non riuscirà a smaltire nell’inceneritore, ma pare ci si avvii – attraverso questo sistema – alla riduzione drastica dell’utilizzo di siti di stoccaggio provvisori.

L’ipotesi, confermata anche dai vertici regionali, è quella di ‘ottimizzare la sequenza fabbisogno d conferimento – evacuazioni per velocizzare i tempi e l’ammontare degli stoccaggi che si effettueranno in siti molto più piccoli di quelli immaginati in precedenza da 20 mila tonnellate l’uno.

Nel resto della Campania, come rende noto Palazzo Santa Lucia, le province di Avellino, Caserta e Salerno, sono in grado di ottimizzare il loro fabbisogno a partire dello sfruttamento dei piazzali degli STIR attualmente a disposizione. In caso di sofferenza ulteriore saranno le aree di Piano d’Ardine, Santa Maria Capua a Vetere e Battipaglia a far fronte allo stoccaggio di rifiuti. A Benevento, dove l’impianto STIR di Casalduni è fuori uso da mesi andrà individuata quella che la Regione definisce “un’area attrezzata” e cioè un sito di stoccaggio provvisorio dei rifiuti.

Messa su carta la strategia per evitare la crisi, adesso bisognerà vedere se nella pratica il meccanismo funzionerà. Siamo pur sempre in Campania dove ormai da decenni assistiamo a corto circuiti del sistema di smaltimento che hanno causato non pochi danni e ai territori e ai cittadini.

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