“Giorno 14. Avvistiamo finalmente terra. Lampedusa. Con il decreto di Salvini sospeso, siamo in acque italiane grazie ad un’autorizzazione. Ancora senza porto, ma la fine di questo incubo è più vicina. L’ umanità deve prevalere tra tante sciocchezze”.

Questo l’ultimo bollettino che arriva dalla nave della ong Open Arms con a bordo 147 migranti salvati nelle acque del Mediterraneo e lasciata per un tempo infinito in alto mare dall’establishment italiano ed europeo.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha revocato il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane imposto alla nave della ong spagnola Open Arms  per “consentire il soccorso delle persone a bordo”. Il Tar sostiene che il pericolo che corrono le 147 persone a bordo richiede una risposta senza indugio. La nave attende di attraccare in un porto sicuro da 13 giorni.

La misura precauzionale adottata dal Tribunale, che giustifica la sua decisione nella “situazione di gravità e urgenza eccezionali” vissuta sulla nave, si basa sulla necessità di “fornire assistenza immediata alle persone più bisognose di soccorso”, ma non implica il permesso esplicito di entrare nel porto. Dopo aver ricevuto questa notizia l’imbarcazione della ong Proactiva Open Arms si è diretta verso l’isola di Lampedusa e contemporaneamente ha richiesto al Centro di coordinamento marittimo di Roma e di Malta l’invio urgente di tutti i soccorsi per motivi sanitari, in particolare per lo stato psicologico dei migranti.

Il TAR risponde all’appello che l’Organizzazione non Governativa Proactiva Open Arms ha presentato il primo agosto, dopo il primo salvataggio, quando la nave ha ricevuto una lettera che le proibiva l’ingresso nelle acque territoriali italiane. Il veto, firmato dal Ministro degli Interni e della Difesa, minacciava la nave con una multa salatissima in base al decreto sicurezza bis che ostacola ulteriormente le attività di salvataggio delle ONG. Le prescrizioni previste dalla ‘legge sicurezza’, infatti, prevedono sanzioni contro i capitani delle navi che disobbediscono fino a un milione di euro.

Il ministro Matteo Salvini, in piena campagna elettorale dopo aver sfiduciato il governo di cui faceva parte ma – stranamente – non ancora dimessosi dall’incarico istituzionale che ricopre, continua a brandire il suo dispotico ‘niet’ nei confronti dell’ingresso al porto di Lampedusa della ‘nave umanitaria’

“Non sarò mai complice delle persone trafficanti”, ha detto. “Viviamo in un paese in cui un avvocato del Tribunale amministrativo della Regione Lazio vuole autorizzare lo sbarco in Italia a una nave straniera piena di migranti. Firmerò nuovamente il mio rifiuto nelle prossime ore”, ha dichiarato il leader della Lega.

E.I.

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