E’ la vicenda denunciata su fb da Salvatore Ferraro padre di una 21enne vittima della presunta discriminazione. Oggetto della discriminazione, che sarebbe avvenuta la notte tra il 16 ed il 17 agosto sono sei giovani campani che si trovano in vacanza nell’isola delle Baleari.

Accesso negato in discoteca a Ibiza “perché napoletani”. Questa la denuncia del gruppo di ragazzi tra i 20 e i 24 anni in vacanza sull’isola spagnola e tutti originari di Napoli e Somma Vesuviana: “Mia figlia Alessia Ylenia – ha postato sul social Ferraro – studentessa universitaria 21enne in vacanza a Ibiza, ieri notte si è vista negare l’accesso al locale in quanto nata e residente nella provincia di Napoli. I buttafuori una volta controllati i documenti hanno detto che loro non accettavano persone della provincia di Napoli nel loro locale”.

La discoteca appartiene a una catena di hotel di lusso e ristoranti nota in tutto il mondo. “Mia figlia e gli altri amici – prosegue Ferraro – sono andati via addolorati e mortificati e, tra l’altro, tra i cori di scherno di alcuni ragazzi milanesi che erano lì e che li hanno dileggiati. Tale comportamento è inammissibile e razzista ed è da stigmatizzare specialmente in quanto avvenuto in una struttura così nota a livello mondiale. Basta ad essere ghettizzati. Basta essere individuati con Gomorra”.

Al quotidiano ‘Il Mattino’, che ha pubblicato la notizia, la ragazza ha raccontato: “I buttafuori hanno controllato i documenti e, dopo averli visionati, ci hanno comunicato che il party era dedicato esclusivamente ai residenti e alle persone che lavorano a Ibiza, vietandoci l’ingresso. Ci erano arrivate delle voci sulla diffidenza nei confronti dei napoletani e ci siamo allontanati, tenendo d’occhio l’ingresso e notando che facevano entrare italiani e in particolare una coppia di milanesi, allora abbiamo rifatto la fila e successivamente ci hanno riferito che allontanavano i napoletani perché nelle serate precedenti si erano verificati litigi e furti, a loro detta, per mano di gente di Napoli. Siamo delusi e mortificati, siamo persone perbene, siamo stati educati fino alla fine ma ci hanno umiliato”.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano