Il sole, aveva cominciato il suo cammino per la notte, il suo pigiama rosso fuoco, illuminava ogni cosa ed ogni persona che usciva dallo stadio Giraud.
Tra i tanti, ed erano davvero tanti, mi colpisce una famiglia che con serenità s’incamminava verso l’auto. Lui, un giovane uomo, maglia nera, cappellino in tinta con tanto di stemma Sabaudo, lei maglia come il marito ed al centro una cuccioletta bionda, non più di un anno, che protendeva le sua mani versi i genitori, al fianco altra progenie, tutti soddisfatti e direi quasi felici.
Li osservo, lui, mi guarda e “Buonasera, ma voi siete Ernesto?”. Non posso negarlo, ma voi mi piacete… “siete una famiglia Savoiarda”, rispondo. “Eh sì, li abituo da quando sono piccoli ad amare il Savoia”. “Bravo, Buona serata” rispondo.
Ecco, il Savoia è anche questo, da 111 anni è sempre presente nell’animo dei torresi, ma dopo questa gouache, perfettamente reale e non inventata, devo fare un richiamo a chi di dovere. In tribuna non ci si può sedere, non solo per la scostumatezza di piccioni e gabbiani, poco avvezzi alle regole della buona educazione, ma principalmente per l’incuria di chi dovrebbe essere preposto alla bisogna.
Per il resto non è stata una presentazione, ma un susseguirsi di emozioni per tutti noi e per la dirigenza. Vedere il presidente onorario, Alfonso Mazzamauro, sorridere è buon segno e questo è il sale del calcio. Svariate centinaia di persone, sotto un sole ancora canicolare a gridare “forza Savoia” e a salutare un caro amico che se ne è andato in giovane età: Ciao Roberto Azzurro, hai seminato tanto. Bravo!
…E il Savoia? Niente discussioni… è forte e poi con gli ultimi innesti di Paudice e Giunta… chi non salta rosanero è (con simpatia).
Ernesto Limito