Migranti, Mare Jonio: sbarcano donne e bambini

Dall'imbarcazione della Ong l'equipaggio lancia appelli e spinge affinchè possano sbarcare anche gli altri 34 naufraghi ancora a bordo

Sessantaquattro migranti che erano a bordo della Mare Jonio sono sbarcati nel porto di Lampedusa nella serata di ieri, dopo avere ricevuto il via libera del Viminale. Sono i soggetti più vulnerabili: donne incinte, mamme con bambini, minori non accompagnati e malati.

Così commentano gli aderenti al Forum Lampedusa Solidale: “Ieri sera, intorno alle 22,00, sono approdate 64 persone. I 22 bimbi e bimbe sotto i 10 anni sono finalmente in terra d’Europa, così come alcune delle donne e degli uomini salvati dalla nave Mar Jonio della ONG Mediterranea Saving Humans. A tutt* loro il nostro più caloroso e sincero: Benvenuti!

Alle altre persone ancora trattenute a 13 miglia dall’isola e all’equipaggio della Mar Ionio la promessa di restare al loro fianco finché non toccheranno terra.

Agli uomini e alle donne della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza di Lampedusa un immenso grazie per aver portato a terra queste persone sane e salve malgrado le condizioni in cui hanno dovuto operare il trasbordo”.

Dall’imbarcazione della Ong l’equipaggio lancia appelli e spinge affinchè possano sbarcare anche gli altri 34 naufraghi ancora a bordo.

Ecco l’ultimo bollettino diramato dalla Mare Jonio qualche ora fa: “Questa mattina alle 9, il personale sanitario di bordo della Mare Jonio ha inviato alle autorità competenti una nuova richiesta urgente di entrata in porto della nave, a causa del rischio di emergenza igienico-sanitaria. In particolare, a destare allarme è la mancanza di acqua destinata a uso igienico e alle altre necessità di bordo, mancanza che si protrae da ormai 40 ore e di cui le autorità sono informate già dalle prime ore di ieri mattina. Sottolineiamo che questa emergenza non può evidentemente essere risolta con il semplice invio di bottiglie di acqua. Desta allarme inoltre la presenza a bordo di rifiuti derivanti dal salvataggio e dalla permanenza a bordo dei naufraghi (come i vestiti impregnati di benzina e di deiezioni): il rischio di malattie comunitarie è aggravato dalla mancanza d’acqua, con conseguenti possibili danni per la salute di naufraghi ed equipaggio”.

E.I.

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