IL ROMANZO: Fili d’innocenza è un romanzo che nonostante la densità e corposità dei contenuti, scorre semplice e veloce per l’originale capacità stilistica letteraria dello scrittore esordiente. Nell’opera ispirata a personaggi e luoghi reali, l’autore fa narrare al protagonista Riccardo De Maio una parte significativa della sua storia personale. Prevalentemente quella corrispondente al periodo infantile ed adolescenziale degli anni ’60-’70 del secolo scorso. In modo poetico, traumatico, a volte persino violento, essa si va ad intrecciare con le storie (assolutamente fantasiose) di Marcello e Nino, due dei fratelli che con lui e i genitori costituiscono la “focosa” famiglia di un paese agricolo dell’entroterra vesuviano. L’incipit è subito una fuga dalla realtà. La turbolenza emotiva, causata da una visita carceraria, è talmente forte che Riccardo cerca di combatterla col trambusto notturno della sua vecchia chitarra. Essa, inutilizzata da decenni, da questo momento in poi diventa il leitmotiv di ricordi bellissimi, intervallati da tanti altri assai meno belli. Così, alla disperata ricerca di un punto d’equilibrio tra il bene e il male, la trama dei personaggi (di cui abitudini, punti deboli e segreti vengono svelati con accattivante tensione evocativa) passa fluidamente dalle tenebre, che insegnano a fare i conti con le contraddizioni dell’esistenza, all’amore, capace di riconoscere e accettare l’altro per quello che è. Amore che “esplode” nelle ultime pagine finali con l’ultimo toccante segreto.