“Se proprio, come sostiene De Luca, il nostro Governo nazionale avesse voluto ispirarsi all’attuale gestione dei rifiuti della Campania, sarebbe dovuto tornare indietro di 20 anni e sviluppare un piano che preveda siti di stoccaggio ovunque, una produzione incontrollata di ecoballe e costosissimi trasferimenti fuori regione a carico dei contribuenti campani. Il rifiuto degli inceneritori non è certo farina del sacco di De Luca, tra l’altro impegnato a dare una quarta linea a quello di Acerra. E’ semplicemente un punto sui cui abbiamo combattuto per anni e che il governatore non è stato in grado di distinguersi per operatività, visto che il superamento degli inceneritori avrebbe dovuto coincidere con l’inizio dell’era degli impianti di compostaggio, di cui in Campania ancora non c’è traccia, sebbene previsti da una legge e da un piano del 2016 a firma dello stesso De Luca”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e segretario della Commissione Ambiente Vincenzo Viglione.
“Invece di snobbare iniziative come quella del Ministero dell’Ambiente, richiesta dai sindaci dell’agro aversano sul problema roghi tossici e alla quale tra l’altro ha preso parte anche il suo vice
Bonavitacola, il presidente De Luca – prosegue Viglione – farebbe bene a spiegare come mai ha affrontato la chiusura dell’impianto di Acerra con logica emergenziale, sebbene prevista da due anni per ordinaria manutenzione, favorendo la speculazione sui costi per portare fuori regione i rifiuti, a spese dei cittadini campani. L’attuale governatore si rassegni a essere ricordato come colui che a suon di annunci ha riportato la Campania ai tempi di Bassolino e della grande emergenza, e di aver proposto le stesse soluzioni dell’epoca, i cui effetti sono oltre quattro milioni di tonnellate di ecoballe ancora da smaltire e una multa comminata dall’Ue da 120mila euro al giorno che grazie a De Luca ancora siamo costretti a pagare”.