E’ “illegittima” l’autorizzazione rilasciata dal Ministero alla multinazionale Tap nel settembre 2014 prima e poi nel 2015 sulla compatibilità ambientale dell’opera, perché è stata adottata “senza valutazione degli ‘effetti cumulativi’ esterni ed interni”, in violazione delle direttive europee. E sono “parimenti illegittime le varianti in corso d’opera non sottoposte a procedura di verifica di esclusione dalla Via e dunque non autorizzate”.
I pm, Valeria Farina Valaori e il procuratore Leonardo Leone De Castris, contestano che le opere siano state realizzate senza seguire le indicazioni della Valutazione di impatto ambientale (Via) ed in violazione dei vincoli paesaggistici. In più riscontrati anche abusi edilizi ed inquinamento di falda. 19 le persone che sono state aggiunte al registro degli indagati dalla procura di Lecce, tra queste dirigenti di Tap e delle società che lavorano per Tap: Mello, Greco, Icop, Montaggi Industriali, Saipem, Geoambiente, Nuova Montaggi, R.A. Costruzioni.
Il TAP, dal valore di 4,5 miliardi di euro, fa parte del progetto del Corridoio Sud del Gas, che consente l’accesso al mercato europeo delle riserve di gas naturale del Mar Caspio. La capacità iniziale del TAP sarà di 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno con la possibilità di essere raddoppiata. La lunghezza del gasdotto è di 878 chilometri, di cui 550 chilometri attraverso il territorio della Grecia, 215 chilometri attraverso l’Albania, 105 chilometri nei fondali del Mar Adriatico ed 8 chilometri in Italia.
Così commentano la notizia gli aderenti al Comitato No Tap: “La cosa che rasenta l’assurdo è che secondo i pm di Lecce la famigerata VIA di TAP (D.M.223/2014) e gli atti conseguenti, sono macchiati da illegittimità. Quindi TAP ha lavorato e lavora senza una compatibilità ambientale? Chi lo dice allora al neo-ex ministro dell’ ambiente Sergio Costa, colui che si è fatto garante di procedure che oggi sembrano essere lontane dalla legalità?
È possibile tutto ciò? È possibile che si continuino i lavori nonostante queste inchieste aperte? È possibile che nessuno intervenga a fermare questo schifo? Uno schifo avallato da una stampa locale vergognosa, che imperterrita prova a difendere i suoi foraggiatori con titoloni del tipo “c’è una inchiesta ma…”. Non c’è nessun “ma”, c’è solo una società che devasta in maniera violenta, tanti subappaltatori che si rendono complici e un muro di gomma intorno a un caso assurdo e pericoloso! Ma ci siamo anche noi, e finché ci saremo Tap dovrà rendere conto di tutto ciò che fa!”.
E.I.